Radice della pianta Rhodiola rosea contrasta diabete nei topi

Credito: eve-n, iNaturalist, Creative Commons — Attribution-NonCommercial 4.0 International — CC BY-NC 4.0

Si parla della radice della pianta Rhodiola rosea in relazione alla possibile azione di contrasto al diabete di tipo 2. Secondo quanto riferisce il comunicato pubblicato dall’Università della California-Irvine, l’estratto delle radici di questa pianta potrebbe dimostrarsi “un’alternativa non farmaceutica sicura ed efficace”.[1] Lo studio è stato pubblicato su Scientific Reports.[2]

L’esperimento sui topi modificati geneticamente

Gli esperimenti sono stati fatti sui topi geneticamente modificati una condizione simile al diabete di tipo 2 umano. I topi erano caratterizzati da obesità, insulino-resistenza e livelli alti di glicemia, tutte caratteristiche che si possono riscontrare nei soggetti umani con diabete di tipo 2. I ricercatori assegnavano i topi, sia maschi che femmine e tutti della stessa età, a due gruppi: quello di controllo, i cui componenti ricevevano solo acqua, e quello i cui componenti consumavano l’estratto di Rhodiola rosea.

Scoperte

I ricercatori scoprivano che l’estratto della pianta potrebbe essere utile per trattare il diabete di tipo 2 negli esseri umani. L’estratto della radice di questa pianta, in particolare, sembra alterare il microbioma e favorire un’integrità maggiore della barriera intestinale. Lo stesso estratto sembra, inoltre, abbassare la “traslocazione delle molecole infiammatorie nella circolazione sanguigna”, come riferisce Mahtab Jafari, professore di scienze farmaceutiche dell’UCI, autore corrispondente dello studio. Secondo lo scienziato, l’integrità della barriera intestinale può determinare non solo il peso corporeo ma anche la risposta all’insulina. L’estratto della radice di Rhodiola rosea può rendere più effettive risposte del fegato e di tessuti dei muscoli all’insulina che viene secreta dal pancreas.

Lo scopo ultimo è condurre esperimenti su umani

Ora i ricercatori vogliono eseguire studi più completi sui topi con diabete indotto dall’obesità per capire anche i meccanismi molecolari di fondo. Lo scopo finale è condurre studi simili anche con pazienti umani affetti da diabete di tipo 2. “Le attuali raccomandazioni terapeutiche includono cambiamenti nello stile di vita e farmaci per via orale ed endovenosa. Tuttavia, questi farmaci hanno limitazioni o effetti collaterali significativi, aumentando la necessità di nuovi interventi terapeutici”, spiega ricercatore.[1]

Che cos’è la Rhodiola rosea?

La Rhodiola rosea è una pianta succulenta che fa parte della famiglia delle Crassulaceae. Il nome è in parte dovuto ad un particolare profumo che ricorda quello delle rose e che viene emanato, in questa pianta, dal rizoma.

Dove cresce la Rhodiola rosea?

La Rhodiola rosea può essere trovata soprattutto nelle zone di alta montagna, in particolare nelle aree più brulle e sassose o nei pascoli. Si trova soprattutto dai 900 fino ai 3100 metri di altitudine. Può essere trovata nelle aree dei Pirenei, delle Alpi, dei Vosgi e in altre aree montuose d’Europa.

Note e approfondimenti

  1. Uno studio condotto dall’UCI mostra che la radice di Rhodiola rosea potrebbe essere utile per la gestione del diabete di tipo 2 | Notizie UCI | UCI
  2. The impact of Rhodiola rosea on biomarkers of diabetes, inflammation, and microbiota in a leptin receptor-knockout mouse model | Scientific Reports (DOI: 10.1038/s41598-022-14241-7)
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