Radiotelescopio di Arecibo crolla, ecco il video shock: è la fine

Radiotelescopio di Arecibo (credito: David Broad, CC BY 3.0, via Wikimedia Commons)

I componenti sospesi del telescopio di Arecibo sono crollati questa mattina, verso le otto del mattino ora locale, schiantandosi sull’antenna sottostante. Dunque il radiotelescopio è venuto meno ancor prima che gli stessi ingegneri potessero progettare la demolizione controllata, dopo che si era raggiunto l’accordo qualche settimana fa a seguito delle condizioni ritenute non più accettabili della struttura.

Come temuto, la piattaforma strumentale del peso di 900 tonnellate, quella sospesa proprio al centro della parabola tramite numerosi cavi, è crollata sulla parabola di cemento decretando la fine definitiva di questo storico telescopio che ha permesso di raggiungere tanti risultati ad astronomi e scienziati.
A far cadere la struttura, molto probabilmente, è stato il guasto di uno dei cavi che rimanevano ancora integri e che sono collegati ad una delle tre torri di supporto.
In seguito a due guasti precedenti, i rimanenti cavi, infatti, avevano dovuto subire, durante questi giorni, uno stress aggiuntivo che evidentemente non hanno potuto sopportare.

I fili di quest’ultimo cavo d’acciaio si sono rotti al ritmo di circa uno al giorno, come rileva un articolo su Science, e la cosa sembra non sorprendere dato che in molti se l’aspettavano anche se qualcuno è rimasto deluso perché si sperava in un disassemblaggio controllato, almeno della parte superiore, quella più pericolosa e sospesa a mezz’aria.
Ora le preoccupazioni riguardano più che altro i 130 membri del personale dell’osservatorio che evidentemente dovranno trovare un’altra occupazione.

Il radiotelescopio di Arecibo è situato nell’isola di Arecibo, Portorico, ed è stato utilizzato per più di 45 anni, amministrato per lungo tempo dai ricercatori della Cornell University. Il diametro dell’antenna è di 305 metri. La stessa è stata costruita all’interno di una depressione naturale che, nel corso di questi decenni, ha in parte e protetto la stessa struttura. Il radiotelescopio ha permesso numerose scoperte a partire dalla stima precisa del periodo di rotazione di Mercurio, fissata in 59 giorni, passando per la scoperta di diversi asteroidi tra cui (4769) Castalia, fotografato ad agosto de l989, per finire con due pianeti orbitanti intorno alla pulsar PSR B1257+12, considerati come i primi due pianeti extrasolari la cui esistenza è stata confermata.

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