
Il rarissimo caso di un uovo di dinosauro fossilizzato all’interno di un altro uovo è stato studiato da un team di paleontologi dell’Università di Delhi. I ricercatori hanno studiato l’insolito caso, conosciuto come “ovum-in-ovo”, dopo il ritrovamento del fossile dell’uovo di un titanosauride, avvenuto nell’area dell’India centrale, come spiega Sci-News.com.
Il fenomeno dell’ovum-in-ovo
Si tratta di un’anomalia che vede uova anormali, dalle dimensioni insolite, crescere all’interno di un altro uovo. Di solito c’è anche uno spazio tra i due strati di guscio delle uova il quale può essere occupato dal tuorlo. Il fenomeno accade quando l’uovo viene “respinto” nel corpo della madre per poi venire incorporato in un altro uovo che è ancora in fase di formazione. Il fenomeno è stato avvistato più volte in varie specie, ad esempio tartarughe, coccodrilli, lucertole e varie specie di uccelli.
Ritrovamento del luogo di un titanosauro
Si crede che il fenomeno sia stato molto raro nei dinosauri e il fatto che per questo esemplare di titanosauride sia stato fatto il ritrovamento induce a pensare che il titanosauro in questione fosse più simile agli uccelli moderni che ai rettili. L’esemplare in questione è vissuto tra 66 e 100 milioni di anni fa.
La scoperta è stata fatta da tre ricercatori che hanno scoperto quello che è il primo esempio di “ovum-in-ovo” per quanto riguarda le uova di dinosauro.
Fossile presentava la forma di due gusci completi
Il fossile del “doppio uovo” è stato ritrovato nel distretto di Dhar, nel Madhya Pradesh, in un sito dove sono stati trovati fossili di altre uova di dinosauri. Quando hanno effettuato le analisi hanno scoperto che il fossile presentava la forma di due gusci completi, uno collocato dentro l’altro, separati da una sottile area vuota. La conferma è arrivata quando i ricercatori hanno usato tecniche di imaging per catturare la sezione trasversale del fossile dell’uovo.
Patologia dell’ovum-in-ovo non è esclusiva degli uccelli
Hanno scoperto che la conformazione dell’ovum-in-ovo era molto simile a quella che può avvenire negli odierni uccelli. “Questa nuova scoperta sottolinea che la patologia dell’ovum-in-ovo non è esclusiva degli uccelli e i sauropodi condividono un comportamento riproduttivo molto simile a quello di altri archosauri”, spiegano i ricercatori nell’abstract dello studio.