
La realtà virtuale può favorire l’empatia e in generale la capacità di identificarsi con le altre persone secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista eNeuro. Questo studio si affianca a molti altri studi precedenti che stanno prendendo in seria considerazione questa nuova tecnologia anche a fini terapeutici. In questo caso la realtà virtuale, secondo i ricercatori, potrebbe essere utilizzata anche per trattare le persone violente in modo che possano entrare maggiormente in sintonia o in empatia con le altre persone.
Per molte persone, infatti, può non essere naturale avere relazioni di successo o provare sentimenti per gli altri e una tecnologia come questa può, secondo i ricercatori, aiutare a favorire questo processo a livello mentale. I feedback multisensoriali indotti nel cervello di una persona nel corso di un’esperienza di realtà virtuale, infatti, inducono a pensare che un corpo virtuale rappresenti il suo stesso corpo. In tal modo il cervello reagisce agli eventi virtuali come se fossero reali e ciò può riguardare anche le semplici relazioni con le altre persone o le emozioni che si possono provare nei confronti di altre persone.
I ricercatori hanno effettuato esperimenti su vari partecipanti analizzandone i cervelli tramite risonanza magnetica funzionale nel corso di sedute di realtà virtuale. Queste ultime vedevano i partecipanti sperimentare un’animazione di un uomo che abusava verbalmente di una donna e i partecipanti assistevano alla scena dal punto di vista della stessa donna oppure dal punto di vista di uno spettatore riguardava la donna.
Quando i partecipanti identificavano il corpo della donna come il proprio corpo mostravano un’attività cerebrale maggiormente sincronizzata con il corpo virtuale e quindi molto più empatica verso la donna vittima di violenza. Inoltre i ricercatori notavano forti attività sincronizzate in quelle aree del cervello in cui si percepisce la minaccia nei momenti in cui l’uomo si avvicinava.