Reattore a fusione coreano KSTAR batte nuovo record: temperatura stabile per 30 secondi

Credito: Marko Aliaksandr, Shutterstock, ID: 1666800235

Il Korea Superconducting Tokamak Advanced Research (KSTAR), un reattore nucleare a fusione della Corea del Sud, ha battuto di nuovo il record riuscendo a far mantenere la temperatura di 100 milioni di gradi ad un vortice di plasma per 30 secondi, come riferisce ScienceAlert.

Che cos’è un tokamak

Si tratta di un tokamak, un reattore con all’interno delle nuvole di particelle cariche calde. Queste nuvole all’interno del cilindro che costituisce il tokamak sono in movimento e questo genera un fortissimo campo magnetico. Il ruolo di un reattore di questo tipo è quello di far sì che la corrente generata resti nei suoi confini magnetici. Tuttavia la situazione all’interno di un tokamak è generalmente molto instabile in quanto ci sono vortici turbolenti di plasma e particelle che non aiutano. Le tecniche per far sì che la temperatura del plasma all’interno del reattore resti stabile sono diverse.

Energia di fusione termonucleare controllata

Già l’anno scorso il reattore KSTAR aveva raggiunto un record mantenendo la temperatura del plasma al suo interno a 100 milioni di gradi per 20 secondi ma oggi il team di ricercatori coreano annuncia un ulteriore miglioramento con un mantenimento delle temperature per 30 secondi.
L’obiettivo di un reattore di tipo tokamak è quello di produrre energia di fusione termonucleare controllata. I primi modelli furono teorizzati concettualizzati già negli anni 50 del secolo scorso mentre il primo è stato costruito nel 1958. Già metà degli anni 70 c’erano diverse decine di tokamak funzionanti in tutto il mondo mentre molti altri progetti di modelli simili, ad esempio più piccoli ma comunque derivati dal concetto degli anni 50, sono stati costruiti.

Pareggio tra potenza necessaria e quella ottenuta

L’obiettivo finale è sempre raggiungere il pareggio in relazione alla potenza richiesta per mantenere il plasma all’interno del reattore in una condizione stabile e la potenza finale prodotta dallo stesso reattore, un obiettivo al momento ancora non raggiunto anche se i progressi fatti nel corso degli ultimi anni infondono tanta speranza.

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