
La “voce” di una delle più rare balene del pianeta è stata registrata da un gruppo di ricercatori della National Oceanic and Atmospheric Administration statunitense.
Utilizzando vari registratori acustici ormeggiati in mare, i ricercatori hanno infatti registrato varie “chiamate” inoltrate da un gruppo di balene del Nord Pacifico. La notizia fa ancora più piacere considerando che si stima siano rimasti solo 30 esemplari di questa balena letteralmente spazzata via dai balenieri.
I ricercatori hanno rilevato quattro “canti” diversi provenienti da cinque diverse località nel mare di Bering, al largo dell’Alaska sudoccidentale.
La ricerca, che è durata otto anni, ha richiesto la difficile analisi computerizzata dei reperti audio registrati e c’è voluta anche la conferma visiva, e forse questa è stata la cosa più difficile, con l’avvistamento di un maschio della stessa specie che aveva emesso la stessa tipologia di verso.
I ricercatori hanno in particolare registrato vari versi delle balene franche (Eubalaena), un genere di cetacei di cui fanno parte tra specie: balene franche nordatlantiche, balene franche del Nord Pacifico e balene franche australi.
I versi si rivelavano davvero molto caratteristici: alcuni assomigliavano a lamenti, urla o gemiti, altri a veri e propri gorgheggi.
I ricercatori credono possano essere considerati dei canti, proprio come quelli degli uccelli, in quanto contengono serie ritmiche di unità prodotte in maniera coerente; in sostanza formano dei modelli acustici che sono chiaramente riconoscibili, come riferisce Jessica Crance, una biologa marina impegnata nello studio: “Si tratta di una serie di suoni riprodotti in modo stereotipato e regolare che vengono ripetuti più e più volte”.
Si ritiene che questi canti siano usati dai maschi per attirare le femmine.