
Le renne delle Isole Svalbard, un gruppo di isole situate nel Mar Glaciale Artico, si sono adattate ai drammatici cambiamenti climatici della regione mangiando le alghe. A questa conclusione sono arrivati alcuni ricercatori guidati dal biologo Brage Bremset Hansen dell’Università Norvegese di Scienza e Tecnologia.
I ricercatori hanno analizzato le feci di questi animali, oltre al loro comportamento che li vede avvicinarsi lungo le coste, e si sono accorti che si sono estremamente ben adattati.
Si tratta della popolazione di renne più settentrionale del pianeta, dotate di una spessa pelliccia e di un corpo più rotondo e massiccio, caratteristiche che permettono loro di tollerare più agevolmente il freddo, in particolare durante le lunghe notti gelide nella regione.
Qualcuno potrebbe pensare che il riscaldamento globale in corso potrebbe rendere più facile la vita di queste renne durante il freddo estremo degli inverni dell’arcipelago di Svalbard, ma in realtà per migliaia di anni questi animali si sono adattati al freddo intenso e al ghiaccio e cambiamenti così marcati nella temperatura media non risultano poi così favorevoli.
Soprattutto si sono adattate a mangiare un certo tipo di foraggio. Quest’ultimo, già da diversi decenni, viene coperto da uno strato impenetrabile di ghiaccio che si forma durante gli inverni più caldi quando cade piogge invece della neve.
Questo stato di ghiaccio non permette loro di eseguire quella, seppur limitata, azione di scavo per raggiungere erba e piante e rende più difficile, per le circa 20.000 renne di queste isole, arrivare alla loro fonte di alimentazione primaria.
Per adattarsi, hanno cominciato a mangiare le alghe che si trovano lungo le coste, alghe che sono diventate un’importante fonte supplementare di nutrizione.
Ciò, secondo il ricercatore, ha tra l’altro provocato diversi effetti collaterali per gli animali come la diarrea, causata probabilmente dalla forte presenza di sale nelle alghe.
