
La resistenza agli antibiotici dei batteri presenti nell’intestino umano raddoppia ogni vent’anni, almeno per quanto riguarda il batterio Helicobacter pylori, secondo un nuovo studio presentato alla UEG Week (United European Gastroenterology) di Barcellona.
L’Helicobacter pylori provoca una delle infezioni batteriche più comuni per quanto riguarda gli esseri umani tanto che si stima che esista nel tratto intestinale di metà della popolazione mondiale. Questo batterio può provocare infiammazione al rivestimento interno dello stomaco e patologie quali gastrite, ulcere peptiche. Lo stesso batterio è considerato anche un importante fattore di rischio per il cancro gastrico.
Proprio la resistenza agli antibiotici di questo batterio è diventata una delle questioni più importanti per quanto riguarda il più ampio comparto della resistenza batterica agli antibiotici.
I ceppi di questo batterio stanno imparando sempre più velocemente ad annullare gli effetti della claritromicina e ciò sta costringendo i ricercatori a tentare di produrre una versione più potente un nuovi antibiotici.
Il nuovo studio ha analizzato i dati di 1.232 pazienti provenienti da 18 paesi europei. I ricercatori hanno notato che la resistenza dell’H. pylori alla claritromicina è aumentata dal 9,9% del 1998 al 21,6% dell’anno scorso. La resistenza, cioè, è più che raddoppiata in soli vent’anni. Aumenti della resistenza sono stati osservati anche per la levofloxacina e il metronidazolo.
I tassi di resistenza più alti dell’H. pylori alla claritromicina erano presenti nell’Italia meridionale (39,9%), Croazia (34,6) e Grecia (30%). Si tratta di dati in linea con precedenti rapporti i quali prevedevano che l’Italia e la Grecia conteranno il numero di decessi più alto legati alla resistenza dei batteri per quanto riguarda tutti i paesi dell’Unione Europea entro il 2050.
“I risultati di questo studio sono certamente preoccupanti, poiché l’H. pylori è la causa principale della malattia peptica e del cancro gastrico”, dichiara Mário Dinis-Ribeiro, presidente della European Society of Gastrointestinal Endoscopy in relazione ai risultati di questo studio.