
Un team di scienziati sta analizzando quello che si trova sotto la calotta di ghiaccio antartica, un luogo che definire remoto diventa un eufemismo, alla ricerca di rimanenze di meteoriti che si sono schiantati sul nostro pianeta. Gli scienziati, infatti, credono che, indagando proprio sulle caratteristiche chimiche fisiche di questi resti, si possa arrivare ad ottenere molte utili informazioni riguardanti la formazione stessa del sistema solare.
E dato che sono almeno 500 le meteoriti che si schiantano sulla Terra ogni anno, la probabilità che incorrano in resti di oggetti spaziali come questi non è remota.
Ma cosa hanno di strano questi resti? Gli stessi scienziati, che hanno messo a punto la spedizione denominata Lost Meteorites of Antarctica, credono che il 5% di tutte le meteoriti che finiscono sulla Terra sono fatte da una lega di ferro-nickel conosciuta come “ferro meteoritico”.
Si tratta di un materiale molto interessante dal punto di vista astronomico dato che faceva parte dei cosiddetti “planetesimi”, ossia i piccoli oggetti risalenti all’inizio della formazione stessa del sistema solare intorno ai quali poi si è aggregata sempre più materia fino a che si sono formati i pianeti che vediamo oggi.
Come spiega su Space.com Katherine Joy, ricercatrice dell’Università di Manchester, impegnata nella spedizione per l’analisi della calotta glaciale antartica, l’interesse scientifico di questo particolare gruppo di meteoriti è molto alto perché contengono pezzi di materia che risale a 4,5 miliardi di anni fa.
E proprio l’Antartico sembra essere il luogo ideale per eseguire ricerche del genere: i pezzi di meteoriti che si schiantano sulla terra, infatti, restano molto ben conservati nel ghiaccio e non vengono alterati dagli agenti atmosferici, in primis dalla pioggia, che possono, oltre che danneggiarli, contaminarli facendoli diventare non più efficienti.
Al momento sono cinque gli scienziati alla ricerca di questi resti di meteoriti nei pressi della catena montuosa Shackleton. I ricercatori stanno utilizzando particolari metal-detector a gamma larga trainati da motoslitte. Sarà molto interessante scoprire quali risultati potranno ottenere e le pubblicazioni che ne seguiranno.