
Quando si sviluppa un medicinale o uno qualsiasi metodo per curare una malattia, molto spesso si effettuano degli esperimenti prima su colture cellulari in una classica piastra di Petri. Tuttavia questo strato di cellule, sostanzialmente 2D, è ben lungi da essere paragonabile ai complessi strati cellulari che formano le altrettante complesse strutture degli organi e dei tessuti del nostro corpo.
Per ovviare, almeno in parte, a questo problema un gruppo di ricercatori ha sviluppato un metodo per testare medicine o quant’altro sulle cellule all’interno di organi di carta in 3D, completi di vasi sanguigni artificiali i quali possono essere riempiti poi con le cellule.
In questo modo si può imitare, almeno in parte, la complessa architettura tridimensionale di un organo biologico. A tal proposito Yu Shrike Zhang e i suoi colleghi hanno utilizzato le odierne tecnologie della stampa 3D e la cellulosa batterica.
In questo modo hanno creato supporti per organi artificiali i quali potevano essere più o meno agevolmente riempiti di cellule. La cellulosa, a sua volta, è un materiale a basso costo ed è quello che è utilizzato per produrre la comune carta.
I ricercatori hanno testato questo metodo per creare un modello di tumore al seno: hanno prima stampato in 3D un supporto di gelatina di paraffina in un idrogel di cellulosa batterica. Quindi hanno lasciato asciugare l’idrogel all’aria in modo che diventasse simile alla carta.
Hanno dunque riscaldato la gelatina di paraffina che si è liquefatta e che è diventata poi facile da rimuovere. In questo modo quello che è rimasto era una struttura di microcanali “di carta”.
All’interno dei microcanali hanno poi aggiunto cellule endoteliali e quindi cellule del cancro al seno al resto della struttura.
Questi organi di cellulosa essiccata possono essere conservati per lunghi periodi e, quando debbono essere utilizzati, possono essere reidratati, un sistema alquanto economico e, secondo i ricercatori, più utile dei più classici esperimenti fatti con cellule su piastre.