
Un nuovo studio pubblicato su Nature Communications fa un po’ di chiarezza riguardo alla dipendenza dagli oppiacei e alle modalità della ricaduta.
Lo sviluppo della dipendenza dagli oppiacei è correlato all’impatto della riduzione di una proteina, denominata drebrina, su specifiche cellule coinvolte nei percorsi della ricerca della ricompensa del cervello.
Secondo i ricercatori dell’Università di Buffalo, l’esposizione a droghe come l’eroina e la morfina riduce i livelli di drebrina nel nucleo accumbens, una regione dell’ipotalamo che rappresenta una zona chiave per quanto riguarda il percorso di ricompensa fatto dal cervello.
Tra l’altro precedentemente la stessa drebrina era stata collegata ad alcune patologie, tra cui il morbo di Alzheimer la sindrome di Down.
“Poiché la drebrina è responsabile dello sviluppo e del mantenimento delle sinapsi, ci siamo chiesti se fosse coinvolta anche nella dipendenza da droghe d’abuso, che alla fine porta alla ricaduta”, rileva David Dietz, presidente del Dipartimento di Farmacologia e Tossicologia presso la Jacobs School of Medicine and Biomedical Sciences nonché autore senior dello studio.
Secondo lo stesso ricercatore, ripristinare i livelli normali di drebrina nel cervello era sufficiente per ridurre i comportamenti di ricaduta durante gli esperimenti sui topi.