
Il sale è una delle cause principali che possono far sviluppare l’ipertensione nelle persone; si calcola che circa la metà delle persone ipertese debba ricondurre la propria condizione alla sensibilità al sale.
Tuttavia il meccanismo preciso con cui il sale aumenta la pressione sanguigna e porta agli effetti collegati tra cui patologie renali e cardiovascolare resta ancora poco chiaro.
In un nuovo studio, pubblicato su Hypertension, un gruppo di ricercatori, guidato da Annet Kirabo, ricercatrice dell’Università Vanderbilt, annuncia nuove scoperte che chiariscono questo meccanismo.
I ricercatori hanno scoperto che il sodio si introduce nelle cellule che presentano l’antigene del sistema immunitario (APC) e contribuiscono alla formazione di addotti della proteina IsoLG (isolevuglandina) portando poi ad infiammazione ed ipertensione.
Nel nuovo studio hanno scoperto che è la chinasi SGK1 a svolgere un ruolo chiave in questo processo. Hanno scoperto in particolare che SGK1 aumenta i livelli di un enzima che a sua volta partecipa alla formazione di IsoLG.
A testimonianza di ciò vi era il fatto che, durante gli esperimenti che hanno effettuato, i topi senza
SGK1 sembravano protetti dall’infiammazione renale ed dalla disfunzione vascolare e in generale presentavano un livello più basso di ipertensione da sale.