Riciclare gli abiti usati è uno dei metodi più efficienti per limitare i rifiuti prodotti dagli esseri umani. Attualmente esistono diverse tecniche per il riciclaggio dei materiali tessili, la maggior parte dei quali purtroppo abbastanza costosi.
Ciò riguarda in particolare le fibre a base di cotone e ancora più in particolare quelle di jeans che d’altra parte costituiscono una grande percentuale di tutti i rifiuti tessili. Questo senza contare il consumo di risorse e di campi coltivati per estrarre il cotone.
Attualmente esiste una tecnica per convertire le fibre di jeans di scarto in fibre di cotone riutilizzabili. La tecnica si basa sull’utilizzo di liquidi ionici (sali liquidi, non solidi), liquidi molto viscosi grazie ai quali è possibile sciogliere le fibre di cotone nei loro blocchi di cellulosa.
Quest’ultima viene poi filata di nuovo e si ottengono fibre che possono essere utilizzate per realizzare altri tessuti e abiti.
I liquidi ionici sono però molto costosi perché è difficile crearli proprio a causa della loro alta viscosità.
Un nuovo studio, apparso su ACS Sustainable Chemistry & Engineering, mostra che è possibile ridurre la quantità dei solventi di liquido ionico con l’utilizzo di un’alta concentrazione di 1-butil-3-metilimidazolio acetato e dimetilsolfossido (DMSO). Questo solvente permette di utilizzare un quantitativo molto più piccolo di liquidi ionici, tanto che il costo della solvente può essere ridotto di ben il 77%.
Grazie ad un ulteriore soluzione di idrossido di sodio, poi, i ricercatori sono riusciti a produrre fibre bianche partendo da tessuto di jeans di vari colori.
Approfondimenti
- Circular Textiles: Closed Loop Fiber to Fiber Wet Spun Process for Recycling Cotton from Denim | ACS Sustainable Chemistry & Engineering (IA) (DOI: 10.1021/acssuschemeng.8b06166)