
È possibile migliorare l’abilità nel ricordare i dei nomi delle persone con metodi di riattivazione della memoria durante il sonno secondo uno studio condotto da ricercatori della Northwestern University. Questi ultimi, infatti, hanno scoperto che il livello di abilità nell’associare un nome al volto di una persona, anche quando questa informazione è recente, può essere migliorata agendo sulla qualità del sonno.
Scoperta “nuova ed entusiasmante”
Nathan Whitmore, uno dei ricercatori della Northwestern che sta partecipando a questo progetto, spiega nel comunicato che si tratta di una scoperta “nuova ed entusiasmante” in quanto ci induce a pensare che l’archiviazione dei ricordi, un’abilità importantissima del cervello, può essere collegata direttamente alla qualità del sonno.
Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati su NPJ: Science of Learning, si è basato sugli esperimenti effettuati su vari partecipanti, esperimenti che vedevano anche misurazioni tramite elettroencefalogrammi per registrare l’attività elettrica del cervello tramite elettrodi sulla testa.
Esperimenti su 24 soggetti
I ricercatori hanno svolto esperimenti su 24 soggetti con un’età tra i 18 e i 31 anni. I soggetti dovevano memorizzare i volti con relativi nomi di 40 alunni partecipanti ad un ipotetico corso di storia latino-americana e di altri 40 alunni partecipanti ad un corso di storia giapponese.
I volti venivano mostrati poi di nuovo ai soggetti e questi ultimi dovevano pronunciare il nome relativo. A seguito di questa fase, i soggetti facevano un pisolino, fase durante la quale i ricercatori studiavano l’attività cerebrale tramite elettroencefalogrammi. Nel momento in cui soggetti raggiungevano stato di “sonno profondo” N3, i ricercatori riproducevano a volume basso alcuni dei nomi tramite un altoparlante con una musica che veniva associata a una delle due classi.
Le scoperte
Una volta svegliatisi, i partecipanti rifacevano l’esperimento per ricordare il nome degli alunni tramite la visualizzazione dei volti. I ricercatori scoprivano che nei soggetti con sonno interrotto la tecnica della riattivazione della memoria (tramite la pronuncia dei nomi degli alunni con relativa musica durante il sonno) portava ad un netto miglioramento nel ricordare i nomi degli stessi alunni.
“Sappiamo già che alcuni disturbi del sonno come l’apnea possono compromettere la memoria”, spiega Whitmore. “La nostra ricerca suggerisce una potenziale spiegazione per questo: frequenti interruzioni del sonno durante la notte potrebbero degradare la memoria”.