
Tra i vari effetti dei cambiamenti climatici in corso se ne rileva, in un nuovo studio, uno che potrebbe coinvolgere le onde oceaniche e il loro approccio alle coste, nonché le conseguenze su quest’ultime.
Secondo un nuovo studio pubblicato su Nature Climate Change, se il clima globale si riscalderà di oltre 2° oltre i livelli preindustriali, il mare al largo dell’Australia Meridionale potrebbe essere caratterizzato da onde più alte che potrebbe alterare la stabilità della costa stessa.
Sono infatti le onde marine le principali responsabili della modellazione delle coste: formano spiagge, lagune, grotte, scogliere, eccetera, e non bisogna dunque pensare a loro come ad un soggetto separato dalla terraferma.
Si prevede che le onde cambieranno perché cambieranno i venti superficiali, cosa sottolineato già da diversi studi precedenti.
Gli scienziati dietro questo studio calcolano comunque che meno del 5% delle coste globali vedranno un aumento dell’altezza delle onde e ciò coinvolgerà soprattutto le coste meridionali dell’Australia e alcuni segmenti della costa del Pacifico dell’America Meridionale centrale.
Un altro 15% delle coste del mondo vedrà, invece, una diminuzione dell’altezza delle onde, altro fattore che potrebbe alterare, sebbene in maniera diversa, i sistemi costieri.
E ancora, altre aree verranno l’altezza delle onde restare invariata ma dovrebbe cambiare la loro lunghezza o la loro frequenza. Anche in questo caso ci saranno ripercussioni sulla struttura delle coste.
In totale i ricercatori calcolano che il 40% delle coste mondiali vedrà dei cambiamenti sostanziali riguardanti le struttura e la frequenza delle onde e ciò comporterà cambiamenti riguardanti la struttura delle coste.
E questo senza contare l’innalzamento del livello del mare, altro problema notevole.
Approfondimenti
- Robustness and uncertainties in global multivariate wind-wave climate projections | Nature Climate Change (IA) (DOI: 10.1038/s41558-019-0542-5)