
Un nuovo studio che rimarca l’importanza della collaborazione internazionale per limitare la presenza di CO2 nell’atmosfera oltre che per diminuire quelle attività umane che ne producono l’emissione è stato pubblicato su Nature Climate Change ed è stato condotto da ricercatori dell’Imperial college di Londra.
Raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi, che mira a mantenere l’aumento della temperatura globale nel corso di questo secolo, rispetto ai livelli preindustriali, a 1,5° centigradi, è una questione che deve essere affrontata con urgenza, affermano gli autori dello studio.
Ciò può essere ottenuto solo attraverso un maggiore utilizzo delle fonti di energia rinnovabile e tramite attività di cattura e stoccaggio del carbonio rimosso dall’atmosfera, anche tramite il rimboschimento.
Proprio in relazione alle quote di rimozione della CO2 dall’atmosfera, esse non possono essere assegnate in modo che un solo paese possa adempiere ai propri obblighi da solo, spiegano i ricercatori. Ed è qui che entra in gioco la collaborazione internazionale a cui si accennava poc’anzi: i governi diversi paesi devono assolutamente lavorare insieme per assicurarsi che i singoli paesi possano rimuovere un quantitativo sufficiente di CO2 in maniera equa.
Ciò prevede anche che quei paesi che non possono adempiere ai propri obblighi da soli possano collaborare con altri paesi che invece hanno una capacità maggiore di rimuoverla CO2.
“La rimozione dell’anidride carbonica è necessaria per raggiungere gli obiettivi climatici, poiché finora non abbiamo fatto abbastanza per mitigare le nostre emissioni. Entrambe [le attività] saranno necessarie per il futuro, ma più aspettiamo per iniziare a rimuovere CO2 su larga scala, più dovremo fare. È indispensabile che le nazioni abbiano queste conversazioni adesso, per determinare come le quote possano essere assegnate in modo equo e come i paesi possano soddisfare tali quote attraverso la cooperazione transfrontaliera. Funzionerà meglio se lavoreremo tutti insieme”, spiega Niall Mac Dowell, ricercatore del Center for Environmental Policy e del Center for Process Systems Engineering dell’Imperial e uno degli autori dello studio.