Risolto mistero del rettile dal collo lunghissimo vissuto 230 milioni di anni fa

Rappresentazione artistica di un Tanystropheusf: I ricercatori hanno scoperto che erano animali prettamente acquatici (credito: Nobu Tamura, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons)

Il Tanystropheus era un genere di rettile vissuto durante il triassico che aveva una caratteristica particolare: un collo molto allungato che con la sua lunghezza (circa tre metri negli esemplari adulti) andava a superare la lunghezza totale del corpo, compresa la coda.
Si trattava di un collo abbastanza rigido, ricostruito in maniera abbastanza affidabile grazie ai fossili ritrovati in Europa (anche in Italia), in Medio Oriente e in Cina, fossili risalenti a più di 230 milioni di anni fa.

Un solo mistero ha caratterizzato questo rettile fin da quando è stato scoperto per la prima volta (nel 1852). Prima si è pensato che si trattasse di una pterosauro volante, una sorta di pterodattilo. In seguito studi più approfonditi hanno mostrato che la loro morfologia non era per nulla adatta al volo. Dunque questi grossi animali vivevano sulla terra o nell’acqua?
Un nuovo studio, apparso su Current Biology, probabilmente ha risolto il mistero: grazie a dettagliate scansioni tomografiche dei fossili di crani frantumati di questi animali, riassemblati digitalmente, gli scienziati sono arrivati alla conclusione che vivevano nell’acqua. Alcuni particolari morfologici e soprattutto quel collo che non ha praticamente senso sulla terraferma, hanno alla fine convinto i ricercatori.

Gli stessi ricercatori inoltre hanno confermato quello che era un forte sospetto: esistevano due specie di Tanystropheus, una più grande e un’altra più piccola, che praticamente convivevano senza accenni di competizione anche perché amavano cibarsi di prede diverse.
Olivier Rieppel, un paleontologo del Field Museum di Chicago che studia i Tanystropheus da trent’anni, spiega che questa sorta di coccodrillo torso dal collo molto lungo, esageratamente lungo, aveva nella sua colonna vertebrale solo 13 vertebre.

I loro colli erano molto resistenti grazie al rinforzo dato da delle ossa extra denominate costole cervicali.
Le specie più grandi si cibavano di pesci e calamari che addentavano con i loro denti lunghi e ricurvi mentre quelle più piccole preferivano i piccoli crostacei o animali con conchiglia.
Le femmine di Tanystropheusf, forse, si limitavano a restare sulla terraferma solo per il tempo di deporre le uova. Per il resto ci troviamo di fronte ad un rettile prettamente acquatici che vivevano negli oceani.

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