![astronomi trovano un bersaglio sfuggente nascosto dietro la polvere](https://i0.wp.com/notiziescientifiche.it/wp-content/uploads/2020/06/astronomi-trovano-un-bersaglio-sfuggente-nascosto-dietro-la-polvere.jpg?resize=765%2C438&quality=88&ssl=1)
Una specie di mistero circonda le regioni intorno ad alcune stelle giovani ancora in formazione, molto spesso ricche di molecole organiche che circondano letteralmente la “protostella”.
Utilizzando il Karl G. Jansky Very Large Array (VLA) della National Science Foundation, un team di ricercatori è riuscito ad individuare, con un livello di dettagli mai ottenuto prima, proprio una di queste regioni, uno studio che forse sarà d’aiuto per risolvere questo mistero.
Le molecole organiche complesse sono da sempre oggetto di interessi per astronomi e scienziati. Esse, una volta che si sono comminate ulteriormente e una volta che sono diventate molecole prebiotiche, rappresentano infatti uno dei primi passi più importanti sulla strada dell’innesco che porta alla creazione della vita, almeno per quanto riguarda quella che conosciamo, ossia quella terrestre.
Queste regioni, soprannominate “hot corinos” dagli astronomi, sono molto estese, con dimensioni che possono facilmente essere equiparabili a quelle dell’intero nostro sistema solare.
La prima volta che fu individuata una regione del genere era il 2003 e da allora solo un’altra dozzina di regioni simili sono state individuate, la maggior parte in sistemi binari con due “protostelle” che nascono e si formano contemporaneamente.
In alcuni di questi sistemi gli astronomi hanno però notato qualcosa che li ha lasciati perplessi: la regione calda piena di molecole organiche poteva trovarsi solo in intorno ad una delle due protostelle e non intorno all’altra, qualcosa di molto strano, come lascia intendere Cecilia Ceccarelli, ricercatrice dell’Istituto per le scienze planetarie e astrofisica all’Università di Grenoble (IPAG) in Francia.
Per individuare con maggior dettaglio queste aree, i ricercatori hanno utilizzato il VLA puntandolo su una coppia di protostelle denominate IRAS 4A, collocate a circa 1000 anni luce di distanza da noi. Eseguendo osservazioni a particolari lunghezze d’onda e cercando determinate emissioni radio, i ricercatori scoprivano che questo sistema binario informazione rappresentava proprio uno di quei casi in cui la regione calda con molecole organiche si trovava solo intorno ad una di esse e non intorno all’altra.
Tuttavia analizzando i dati ottenuti con queste nuove tipologie di osservazioni, i ricercatori comprendevano che il motivo per il quale intorno ad una delle due protostelle non era individuabile la regione “hot corino” era da addebitare alla polvere.
“Con il VLA, entrambe le protostelle hanno mostrato forti prove del metanolo che li circonda. Ciò significa che entrambe le protostelle hanno corinos caldi, e il motivo per cui non abbiamo visto quello a lunghezze d’onda più brevi è stato a causa della polvere”, spiega Marta de Simone
, altra ricercatrice impegnata dello studio.
Questo significa, sua volta, come spiega Claudio Codella dell’Osservatorio Astrofisico di Arcetri a Firenze, che per studiare correttamente queste regioni bisogna eseguire analisi a lunghezze d’onda radio centimetriche.