Kiju Lee, assistente di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale della Case Western Reserve University, è riuscita a creare robot simili ad origami con modelli stampati in 3D ma che si rifanno alla carta che caratterizza questa tipologia di creazione artistica. Questi robot si piegano, possono contrarsi e estendersi nonché torcersi tramite una nuova tipologia di meccanismo denominata TWISTER (TWISted TowEr Robot), a sua volta ispirata ad una tipologia di origami originariamente progettata dall’artista giapponese Mihoko Tachibana.
Si tratta di una ricerca che mostra il potenziale riguardante la costruzione di robot anche piccoli che possono sembrare esternamente fragili.
TWISTER è costituito da più strati di poligoni regolari, triangoli, esagoni o ottagoni che formano una sorta di torre tubolare.
Già si pensa di utilizzare questi piccoli robottini al fine di eseguire interventi chirurgici non invasivi. Secondo la scienziata, infatti, “la chirurgia laproscopica richiede spesso alcuni pezzi rigidi e il movimento per controllarli dall’esterno provoca stress sui tessuti”.
Ulteriori utilizzi potrebbero essere quelli di tipo spaziale, in particolare per realizzare un braccio spaziale che si stende da una navicella o sonda.