
E se fossero direttamente i rover a decidere cosa analizzare e come identificare eventuali segni geochimici della presenza di vita prelevando i più opportuni campioni di roccia dal suolo di Marte o dagli altri pianeti? Gli scienziati della NASA ci stanno seriamente pensando e hanno anzi annunciato i primi risultati di nuove ricerche in tal senso.
I ricercatori del Goddard Space Flight Center stanno infatti realizzando nuovi sistemi informatici, che potrebbero per esempio essere installati su sonde spaziali o rover da mandare su altri pianeti, che possono decidere cosa analizzare e come farlo, il tutto grazie agli enormi avanzamenti nel settore dell’intelligenza artificiale ottenuti negli ultimi anni.
I primi sistemi del genere in realtà faranno già il loro debutto nel corso della missione ExoMars (che dovrebbe essere lanciata tra il 2022 e il 2020) ma implementazioni di sistemi molto più efficienti e più potenti potrebbero avvenire nelle missioni future che hanno come obiettivo i corpi più distanti del nostro sistema solare.
“Questo è un passo visionario nell’esplorazione dello spazio. Significa che nel tempo ci saremo spostati dall’idea che gli esseri umani sono coinvolti con quasi tutto nello spazio, all’idea che i computer sono dotati di sistemi intelligenti e che sono addestrati a prendere alcune decisioni e sono in grado di trasmettere informazioni più interessanti”, spiega Victoria Da Poian che sta partecipando proprio a progetti del genere per conto della NASA.
La Da Poian, insieme al collega Eric Lyness, sta infatti addestrando vari sistemi di intelligenza artificiale basati sul machine learning per analisi in modalità semiautomatica di campioni di roccia. Questo sistema informatico sarà poi utilizzato dal Mars Organic Molecule Analyzer (MOMA), lo strumento del Rosalind Franklin Rover, il rover della missione ExoMars che atterrerà su Marte.
Questo strumento, con il suo spettrometro di massa, potrà non solo identificare ma anche analizzare le varie tipologie di molecole organiche nei campioni di rocce, sostanzialmente senza l’intervento umano da Terra. In questo caso tutti i dati saranno trasmessi sulla Terra e qui gli scienziati decideranno quali utilizzare ma in futuro si prevedono sistemi che sceglieranno da soli quali dati trasmettere, ovvero quelli più scientificamente interessanti.
La trasmissione di grosse quantità di dati da Marte alla Terra, infatti, non è proprio come mandare una e-mail ma è un processo molto difficoltoso elemento. Queste difficoltà saranno ancora più grandi quando si realizzeranno le emissioni verso Titano ed Europa, due lune di Giove e Saturno molto interessanti a livello di possibilità di esistenza di vita semplice.
Trasmettere anche un solo bit da questi due corpi spaziali richiede dalle cinque alle sette ore, cosa che non permetterà alcuna risposta istantanea da parte degli scienziati che dovranno decidere bene cosa fare e dovranno farlo in fretta.