
Una conferma che una volta l’area dell’odierno Sahara era coperta da vegetazione e specchi d’acqua in cui circolavano e vivevano tantissime tipologie di animali, è arrivata da un nuovo studio pubblicato su PLOS ONE.
I ricercatori hanno analizzato i resti di questi animali nei pressi del rifugio roccioso Takarkori nella Libia sudoccidentale, in pieno Sahara.
- Durante primo e medio olocene era un’area ricca di fauna e acqua
- Sahara era abitato anche da diversi gruppi umani
- Maggior parte dei ritrovamenti costituita da pesci mangiati da umani
- Pescegatto e tilapia scorazzavano nelle acque del Sahara
- Cambiamenti di grossa portata che avvengono in millenni
- Il ciclo del Sahara dovuto all’inclinazione terrestre
- Approfondimenti
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Durante primo e medio olocene era un’area ricca di fauna e acqua
Si tratta di una regione che oggi è calda, iperarida e ventosa ma i reperti fossili analizzati dai ricercatori confermano ancora una volta che, durante l’Olocene medio e alto (ossia tra 10.200 e 4650 anni fa), questa regione era molto umida e ricca di acqua nonché di vita, tra cui anche quella relativa a comunità di esseri umani che sfruttavano la ricca vegetazione e la fauna diversificata.
Sahara era abitato anche da diversi gruppi umani
A confermare anche la presenza degli esseri umani il ritrovamento, proprio in quest’area, di vari manufatti ed esempi di arte rupestre risalenti alla prima occupazione della regione durante l’olocene.
I ricercatori, che hanno collaborato con gli esperti del Dipartimento delle Antichità libico, hanno indagato e analizzato tutti i resti di animali trovati in questo sito.
Maggior parte dei ritrovamenti costituita da pesci mangiati da umani
Hanno confermato che l’80% dei 17.551 ritrovamenti faunistici totali era rappresentato dai pesci, il 19% dai mammiferi e il restante 1% circa da uccelli, rettili, molluschi e anfibi.
Tra i generi di pesci identificati, molti erano il risultato di rifiuti alimentari umani (i resti presentavano infatti segni di taglio o tracce di bruciature).
Pescegatto e tilapia scorazzavano nelle acque del Sahara
I ricercatori hanno identificato anche due generi di pesce, il pescegatto e il tilapia, un pesce d’acqua dolce che si può trovare anche in acque salmastre.
I ricercatori hanno scoperto che la percentuale di tilapia sembra essere diminuita, nel corso del tempo, in maniera significativa rispetto ai pesci gatto.
Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che il pesce gatto vanta organi respiratori accessori che permettono loro di vivere anche in acque poco profonde e con una temperatura più alta, differentemente dai tilapia. Ciò conferma che l’ambiente è diventato sempre meno favorevole ai pesci e all’acqua con l’aumentare dell’aridità.
Cambiamenti di grossa portata che avvengono in millenni
Lo stesso studio mostra inoltre che l’ampia rete ideografica del Sahara era fortemente interconnessa con il Nilo.
Questo studio mostra ancora una volta quanto cambiamenti ritenuti ampi e di grossa portata, come quello che può portare una rigogliosa regione ricca di acqua, piante e fauna, a trasformarsi in un deserto senza vita, possono avvertire anche in periodi stimabili migliaia di anni.
Il ciclo del Sahara dovuto all’inclinazione terrestre
Tra l’altro il Saara è soggetto a cambiamenti in questo senso che possono essere definiti periodici. Le fasi aride e quelle umide si sono continuamente alternate almeno nel corso delle ultime centinaia di migliaia di anni. Ciò sarebbe dovuto ad un ciclo, della durata di 41.000 anni, relativa all’inclinazione terrestre che cambia tra 22° e 24,5°. Ad oggi ci troviamo nel periodo secco ma il Sahara tornerà ad essere un’area umida e probabilmente nuovamente ricca di vita e di piante in poco meno di 15.000 anni.
Approfondimenti
- Aquatic fauna from the Takarkori rock shelter reveals the Holocene central Saharan climate and palaeohydrography (IA) (DOI: 10.1371/journal.pone.0228588)
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