
Sangue di aragosta per contrastare virus patogeni e cancro? Ci pensa seriamente un’azienda statunitense, la Lobster Unlimited di Orono, i cui ricercatori stanno studiando gli effetti in laboratorio del sangue di questo animale marino e sembra che i primi risultati siano anche promettenti.
Tanto promettenti che la società ha richiesto un brevetto, richiesta poi esaudita, all’ufficio brevetti e marchi degli Stati Uniti alla fine di ottobre, come rileva un articolo della Associated Press.
L’obiettivo finale di questa azienda è di utilizzare il sangue dell’aragosta del Maine per formulare nuovi farmaci.
Siamo ancora lontani da un risultato del genere ma il fatto che il sangue questo animale abbia di per sé proprietà antivirali e antitumorali sembra essere cosa certa.
Lo stesso sangue di aragosta potrebbe essere un prodotto anche a buon mercato in quanto considerato materiale “di risulta” dalla lavorazione e dalla cottura delle stesse aragoste.
In particolare i ricercatori sono interessati all’emolinfina, un fluido interno che può essere considerato come il “sangue” dell’aragosta.
Una particolare proteina di questo fluido, infatti, l’emocianina, sembra stimolare in maniera molto efficiente il sistema immunitario.
Nei primi esperimenti che hanno condotto (naturalmente non sugli esseri umani) i ricercatori si sono accorti che questa proteina riduce la carica vitale delle cellule infettate dal virus Herpes simplex.
L’azienda ora ha intenzione di far partire il lungo iter che, se supererà tutti i vari passaggi, potrebbe portare alla formulazione di un nuovo farmaco il quale a sua volta dovrebbe poi essere approvato dalla Food and Drug Administration statunitense.
Approfondimenti
- Artigli della salute? Il sangue di aragosta potrebbe svolgere un ruolo nei nuovi farmaci – ABC News (IA)
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