Sarà la polvere il pericolo più grande per l’esplorazione spaziale umana

È la polvere, ancor più della mancanza di gravità, a rappresentare un pericolo per gli astronauti secondo uno studio apparso sul Medical Journal of Australia.
Kim Prisk, professore emerito dell’Università della California a San Diego, uno specialista nella funzione polmonare a gravità zero, ha lavorato con la NASA e analizzato tutti i dati raccolti con gli esperimenti effettuati sulla Stazione Spaziale Internazionale.

Come è ben noto, il volo e l’esplorazione spaziale presentano una serie di pericoli per la fisiologia e la psicologia umana. L’assenza o la bassissima gravità, l’esposizione alle radiazioni, l’isolamento, eccetera, possono rappresentare ostacoli non facilmente superabili durante le missioni un po’ più lunghe.
Secondo lo scienziato, i polmoni possono funzionare relativamente bene a gravità parziale, come quella sulla Stazione Spaziale Internazionale, o anche in assenza totale della gravità.

Ci sono solo alcune prove che, a gravità zero, il contenuto di acqua nel polmone possa aumentare un po’ ma questa caratteristica non dovrebbe portare a problemi molto gravi per quanto riguarda la sicurezza dei polmoni stessi.
Anche le tecniche utilizzate per permettere agli astronauti di lavorare nello spazio aperto, ad esempio per effettuare una riparazione, sembrano non portare a particolari conseguenze negative per i polmoni anche perché le moderne tute dispongono di particolari tecniche per mantenere la pressione adatta.

Secondo lo scienziato a rappresentare il problema più grave per i polmoni potrebbe essere la polvere. Si parla in particolare della polvere che può essere presente sulla superficie dei pianeti o dei corpi come Marte o la Luna.
Secondo il ricercatore, le missioni Apollo hanno dimostrato che l’esposizione dei polmoni alla polvere, nonostante le tute, sia pressoché inevitabile.

E, se c’è un più basso livello di gravità, la stessa polvere può depositarsi in maniera più profonda nei polmoni e ciò può rendere poi più difficile la naturale espulsione.
Proprio la tossicità di questi depositi di polvere rappresenta, secondo Prisk, che ha pubblicato lo studio sul Medical Journal of Australia, “una significativa incognita”.

“La natura della polvere extra-terrestre dipenderà da dove avviene l’esplorazione e sembra probabile che la Luna (e forse gli oggetti vicini alla Terra) rappresenterà la sfida più grande perché manca di un’atmosfera che ha il potenziale di passivare chimicamente la polvere. Questa potrebbe rivelarsi la più grande sfida ai polmoni nelle future esplorazioni spaziali” , dichiara Prisk.

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