Secondo il ricercatore David Curtis, professore alla University College London (UCL), la sarcosina può essere un elemento di aiuto nel contrastare la schizofrenia se integrata con altri farmaci antipsicotici.
Lo stesso ricercatore richiede ulteriori studi per scoprire con certezza se questo composto, che si trova in alimenti come tacchino, legumi e turni d’uovo, può davvero essere un trattamento utile per la schizofrenia.
La sarcosina è disponibile anche sotto forma di integratore alimentare. Anzi talvolta è pubblicizzato anche con frasi come “integratore per la salute del cervello”, affermazioni da marketing che, come in gran parte di questi casi, non sono poi supportate da studi scientifici.
Curtis ritiene però che ora ci siano buone prove che la sarcosina possa essere d’aiuto. In particolare questo composto può aiutare i recettori del glutammato a funzionare meglio.
I recettori del glutammato, secondo alcuni studi precedenti, sono infatti collegati a vari sintomi della schizofrenia e di altre psicosi.
In più lo stesso Curtis ha recentemente dimostrato, insieme ai colleghi, che esistono varianti genetiche che possono danneggiare questi recettori aumentando il rischio di schizofrenia.
Per adesso è conosciuto un unico effetto collaterale, citato nel comunicato stampa apparso sul sito dell’Università inglese: se i soggetti che assumono sarcosina stanno assumendo anche antidepressivi possono sperimentare l’ipomania, un disturbo dell’umore caratterizzato di solito da euforia ed altri sintomi.
“Alcuni studi l’hanno usato da solo come trattamento, ma penso che la cosa ovvia da provare prima sia che i pazienti lo prendano insieme ai loro normali farmaci antipsicotici, al fine di produrre un ulteriore miglioramento”, dichiara Curtis che sottolinea di non assumere integratori con sarcosina di propria iniziativa e di seguire sempre il consiglio del proprio psichiatra o del proprio medico.