Scienziati fanno rimanere topi svegli tre ore in più ogni giorno senza alcuna conseguenza

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Una nuova importante informazione per quanto riguarda il sonno dei mammiferi è stata acquisita da un team di ricercatori dell’Università di Oxford. I ricercatori hanno scoperto quello che, in futuro, dovrebbe essere un nuovo importante obiettivo per lo studio in questo settore: la corteccia cerebrale.
Nella loro studio pubblicato su Nature Neuroscience, i ricercatori descrivono come hanno analizzato l’attività cerebrale di alcuni topi in laboratorio. Hanno scoperto in particolare che disattivando i neuroni presenti in due particolari aree della corteccia cerebrale, lo strato neocorticale 5 e una parte dell’ippocampo, si permetteva ai topi di rimanere svegli tre ore in più ogni giorno e praticamente senza alcuna conseguenza.

Per gli umani sarebbero 10 anni di “veglia” in più

In prospettiva, considerando anche la durata media della vita di un topo, i ricercatori hanno permesso al topo di vivere in stato di veglia per tre mesi in più. Si tratta di una durata di tempo che, per gli esseri umani, equivarrebbe a una decina di anni, sicuramente non poco.

Praticamente nessuna conseguenza sul cervello

Ma la cosa più interessante stava nel fatto che, anche rimanendo svegli per tre ore in più ogni giorno, gli stessi topi non sentivano bisogno di dormire e il loro cervello non necessitava di fasi di sonno profonde come invece accadrebbe normalmente quando non si dorme.
Gli esseri umani, così come i topi, quando non dormono per un certo periodo, poi tendono a stancarsi di più e, quando poi possono dormire, lo fanno in uno stato di “sonno più profondo” rispetto al solito per compensare la perdita dell’orologio biologico. In questo caso, l’orologio biologico dei topi non risultava affatto influenzato.

Corteccia fa parte del sistema di regolazione del sonno

“La nostra scoperta che la corteccia fa parte del sistema di regolazione del sonno apre nuove prospettive per la medicina del sonno. Potrebbe sia possibile utilizzare tecniche di stimolazione cerebrale non invasive già consolidate per alterare l’attività corticale e quindi moderare il sonno a fini terapeutici, come per il trattamento dei disturbi del sonno”, spiega Lukas Krone, un ricercatore del Dipartimento di Fisiologia, Anatomia e Genetica dell’Università di Oxford che è anche il ricercatore principali dietro allo studio.

Complessità della corteccia cerebrale enorme

Secondo Vladyslav Vyazovskiy, ricercatore dello stesso dipartimento nonché membro dell’Istituto di neuroscienze circadiano del sonno (SCNi), altro autore dello studio, rimarca la complessità della struttura della corteccia cerebrale sia a livello di anatomia che a livello di mere funzioni.
Proprio per la sua complessità è stata sempre difficile da studiare. Il fatto che il silenziamento corticale abbia effetti sul sonno così importanti apre nuove strade per quanto riguarda nuovi e più importanti meccanismi di controllo del sonno anche per gli esseri umani. Ma è necessario effettuare più studi: si spera che altri team di ricerca affrontino questo collegamento anche perché c’è bisogno, come spiega Krone, di un approccio multidisciplinare per comprendere appieno questi meccanismi cellulari molto complessi.

Note e approfondimenti

  1. Brain cortex may regulate the need for sleep | University of Oxford (IA)
  2. A role for the cortex in sleep–wake regulation | Nature Neuroscience (IA) (DOI: 10.1038/s41593-021-00894-6)
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