
Anche batteri hanno propri “organi”, ovvero scomparti cellulari specializzati, secondo un nuovo interessante studio che è stato prodotto da ricercatori della McGill University.
Si tratta di organelli coinvolti nell’espressione genica, ulteriore prova che il funzionamento dibatteri è molto più complesso di quanto mai pensato fino a pochissimi decenni fa.
Lo studio, che è stato pubblicato su Proceedings of National Academy of Sciences, è, secondo il comunicato stampa, il primo che dimostra che il batterio Escherichia coli usa delle strategie simili alle cellule più complesse per regolare la propria trascrizione genica.
Anche le singole cellule che formano il nostro corpo, soprattutto le più complesse, possono contare su compartimenti specializzati, come i mitocondri che hanno il compito di produrre l’energia.
Questi compartimenti sono chiamati organelli e, nelle cellule più complesse, possono essere molti diversi. Sono tenuti insieme da una membrana e, proprio perché questa membrana non era mai stata individuata prima nei batteri, si è sempre presunto che questi ultimi non contassero su veri e propri “organelli”.
Ora il team di Stephanie Weber, ricercatrice del Dipartimento di Biologia della McGill, è il primo a dimostrare il contrario.
L’organello che hanno scoperto nell’Escherichia coli è tenuto insieme da “proteine appiccicose”, non da una vera e propria membrana, come spiega la stessa Weber.
Altra cosa interessante sta nel fatto che questi organelli nei batteri si formano in maniera simile a come si formano i compartimenti nelle cellule eucariotiche più complesse, ossia attraverso un processo denominato separazione di fase.
“Questa è la prima prova diretta della separazione di fase nei batteri, quindi potrebbe essere un processo universale in tutti i tipi di cellule e potrebbe persino essere stata coinvolta nell’origine della vita”, spiega ancora la Weber.