
Un team di ricercatori ha svolto uno studio su 17 astronauti provenienti da vari paesi per valutare la perdita ossea nello spazio. I ricercatori, che hanno pubblicato i risultati su Scientific Reports,[2] giungono alla conclusione che la perdita ossea dopo un anno nello spazio può essere paragonata alla normale perdita ossea che si ha con l’avanzare dell’età dopo 10 anni sulla Terra.[1]
Dati di 17 astronauti
I ricercatori hanno acquisito i dati di 17 astronauti, 14 maschi e tre femmine, prima della missione, quando sono tornati sulla Terra e poi dopo 6 mesi e dopo 12 mesi. Tra le analisi c’erano le scansioni ossee della tibia e del radio (nell’avambraccio). Tra i valori che i ricercatori hanno misurato c’erano la resistenza dell’osso alla frattura, la densità minerale ossea nel tessuto delle ossa e lo spessore dello stesso tessuto. Inoltre c’erano i risultati relativi agli esercizi che gli astronauti dovevano svolgere tra cui la corsa, il ciclismo e il salto.[1]
Risultati
Anche dopo un anno a seguito del ritorno sulla Terra 16 astronauti su 17 mostravano un recupero dello stinco incompleto. Risultava inoltre ridotta la forza ossea della tibia e la densità minerale ossea totale. Le uniche misure che non differivano (rispetto a quelle effettuate prima della missione) erano quelle relative alle ossa dell’avambraccio. Il recupero osseo era ancora più basso per quegli astronauti che avevano passato più di 6 mesi nello spazio (8 astronauti su 17). In questi astronauti il carico di rottura della tibia mediana si riduceva ancora di più dopo un anno a seguito del ritorno sulla Terra.[1]
Preoccupazioni per missioni su Marte
Secondo Steven Boyd, ricercatore dell’Università di Calgary e uno degli autori dello studio, forse gli esseri umani, al ritorno sulla Terra dopo una missione spaziale, raggiungono una sorta di “stato stazionario” oppure continuano a perdere tessuto osseo: semplicemente i ricercatori ancora non lo sanno. Sono risultati che fanno comunque preoccupare per eventuali missioni umane su Marte: come spiega Guillemette Gauquelin-Koch, ricercatore medico dell’agenzia spaziale francese, non sarà per nulla facile per l’eventuale equipaggio umano spedito su Marte riprendersi dopo essere arrivati sul pianeta rosso in quanto la loro condizione potrebbe essere molto invalidante.[3]
Note e approfondimenti
- The path of most resistance could help limit bone loss during spaceflight
- Incomplete recovery of bone strength and trabecular microarchitecture at the distal tibia 1 year after return from long duration spaceflight | Scientific Reports (DOI: 10.1038/s41598-022-13461-1)
- New Study Reveals Devastating Effect on Astronaut Bones From Living in Space