Quando pensiamo alle piante carnivore ci vengono in mente pasti fatti a base di insetti, al massimo di ragni, i quali possono cadere nelle grinfie di questa tipologia di pianta.
Tuttavia una nuova ricerca conferma che queste piante possono cibarsi anche di piccoli vertebrati, nello specifico di salamandre.
Un gruppo di ricerca dell’Università di Guelph ha analizzato un gruppo di piante carnivore che crescono nelle zone umide del Canada e che sono caratterizzate da un particolare meccanismo di cattura. Le loro foglie formano una sorta di cavità profonda la quale è riempita di liquido digestivo.
Una volta attirato l’insetto o il ragno, tramite esche visive come pigmenti pigmenti particolari oppure ghiandole distillatrici di dolce nettare, lo fanno affogare in questo liquido grazie al quale la preda si scioglie lentamente ma inesorabilmente.
Nello studio, pubblicato su Ecology, i ricercatori descrivono “un caso inaspettato e affascinante di piante che mangiano i vertebrati” . Studiando vari esemplari della specie Sarracenia purpurea purpurea situati nei pressi di un piccolo stagno nell’autunno del 2018, i ricercatori scoprivano che quasi uno su cinque conteneva, all’interno della propria cavità ripiena di liquido, giovani esemplari di salamandre.
Si trattava di salamandre da poco uscite dallo stato larvale all’interno dello stagno che si avventuravano nel mondo esterno strisciando per le prime volte. Evidentemente molto inesperte, queste piccole e giovani salamandre finivano per essere intrappolate dalle piante.
Di solito morivano in 3-4 giorni ma secondo i ricercatori, che hanno analizzato a lungo e per diversi mesi le piante, alcune delle vittime erano rimaste all’interno del liquido per 19 giorni.
Questo tempo è necessario affinché gli enzimi digestivi presenti nel liquido della pianta faccia il proprio lavoro decomponendo il corpo delle prede.
Secondo i ricercatori, alcune di queste salamandre potrebbero essere finite nella trappola tesa dalle piante per scappare da altri predatori. Inoltre altri fattori che possono contribuire ad una più veloce morte delle prede una volta catturate sono il calore che si crea all’interno della cavità, la fame e l’infezione da agenti patogeni.