Analizzando gli effetti di passare del tempo sul Ginkgo biloba , un albero di per sé considerato come una “fossile vivente” in quanto molto antico (risale al permiano), un team di ricercatori ha scoperto che questa pianta potrebbe essere considerata anche come “immortale”.
Mentre il mondo invecchia intorno a questa pianta, essa praticamente non subisce gli effetti dell’invecchiamento come hanno verificato gli stessi ricercatori analizzando anche gli anelli del tronco.
Gli anelli stessi diventano sempre più sottili con il passare del tempo ma la pianta in sé non mostra segni di invecchiamento, oppure ne mostra pochissimi.
Ciò non vuol dire che questa pianta possa realmente vivere per milioni di anni in quanto le probabilità che prima o poi venga abbattuta per cause esterne, o anche per l’azione di un grave patogeno, restano comunque molto alte.
Ciò che hanno compreso ricercatori, esaminando vari campioni di tessuto prelevati da nove alberi di questa specie di cui alcuni vecchi di 600 anni, è che non ci sono prove di senescenza o di deterioramento dovuto all’età.
Diversamente dalla maggior parte degli esseri viventi, come gli esseri umani, il sistema immunitario, con il passare degli anni, inizia a difettare, come spiega Richard Dixon, biologo dell’Università del Nord del Texas sul New York Times.
Tuttavia questo nuovo studio, diversamente da altri che hanno preso in esame proprio questa pianta e che si sono concentrati perlopiù sulle foglie, mostra che la regione del tronco che produce nuova corteccia e nuovo legno contiene particolari cellule, denominate meristemi, che non mostrano differenze significative per quanto riguarda l’attività dei geni o la resistenza alle malattie con il passare degli anni.
Anche la stessa crescita secondaria degli alberi (un tipo di crescita che misura la larghezza dell’area basale dell’albero) sembra non mostrare una diminuzione, sia che si prendano in esame campioni dell’età di 10 anni sia che si analizzino esemplari di 600 anni.
Sembra che questo particolare indice conservi la capacità di continuare lo stesso livello di crescita addirittura per millenni, qualcosa che sembra sfuggire alla senescenza cellulare dell’intera pianta, come spiegano gli stessi ricercatori che hanno pubblicato uno studio su PNAS .
Segnali di senescenza, comunque, potrebbero apparire dopo varie centinaia di anni ed è proprio per questo che ulteriori studi, magari con un numero di campioni più elevato e con piante ancora più vecchie, andranno affrontati per capire l’eccezionale lunga vita di questa pianta.