Un interessante studio prodotto dal MIT e pubblicato su Physical Review Letters ha analizzato come lo scoppio delle bolle sulle superfici dei corpi acquosi possono diffondere batteri nell’aria. Parliamo delle bolle galleggianti sulla superficie, per esempio, di pozzanghere, laghi e ruscelli ma anche di corpi acquosi artificiali quali piscine, vasche idromassaggio, fontane pubbliche ed emettitori d’acqua di servizi igienici. Le bolle, sostanzialmente, sono onnipresenti non solo all’interno del liquido ma anche sulla superficie.
Secondo lo studio del MIT, i batteri sono capaci di influenzare anche la longevità di una bolla: una bolla coperta di batteri e che galleggia sulla superficie dell’acqua può durare anche 10 volte di più rispetto ad una bolla con un numero di batteri inferiore.
I ricercatori infatti hanno eseguito degli esperimenti contaminando delle bolle con il batterio Escherichia coli e notando che questi ultimi permettevano alle bolle stesse di rimanere sulla superficie per un tempo molto più lungo rispetto alle bolle non contaminate.
Secondo le ipotesi di ricercatori, le secrezioni batteriche riuscirebbero a ridurre la tensione superficiale della bolla rendendola più elastica e più resistente ad eventuali perturbazioni.
Inoltre i ricercatori hanno rilevato che più la bolla è sottile, più sono le goccioline che riesce a lanciare in aria una volta che scoppia. Secondo i ricercatori, infatti, una singola goccia può trasportare nell’aria fino a migliaia di microrganismi e ogni bolla può emettere centinaia di goccioline.