Quando il livello dell’acqua è troppo alto o quando si trovano addirittura sotto lo stesso livello dell’acqua, ad esempio durante forti piogge o alluvioni, le piante innescano una particolare reazione di sopravvivenza “subacquea” che permette loro di resistere meglio questa condizione per sopravvivere.
Una volta che il suo spazio vitale è allagato, la pianta, per esempio, aumenta la lunghezza delle foglie e degli steli verso l’alto per riemergere il più presto possibile dall’acqua.
Un’altra strategia legata alla sopravvivenza in condizioni del genere vede la pianta sopprimere quasi del tutto crescita e il metabolismo per ridurre il consumo di energia fino a quando l’acqua non si ritira.
Un nuovo studio, prodotto da scienziati dell’Università di Utrecht e pubblicato su Nature Communications, ha inteso chiarire proprio come le piante attivano questa modalità.
Le piante accumulano l’ormone legato all’etilene innescando una risposta di sopravvivenza prima che i livelli di ossigeno diminuiscano troppo.
Gli scienziati, nello studio, descrivono la serie di eventi molecolari che iniziano in una pianta a seguito di un’inondazione, eventi che coinvolgono anche vari geni.
Questa scoperta potrebbe rivelarsi utile eventualmente per modificare quelle piante da coltura che non hanno questa caratteristica, come spiegano Rashmi Sasidharan e Rens Voesenek, gli autori principali della ricerca: “Ora che conosciamo i geni associati alla sopravvivenza alle inondazioni, possiamo introdurli nelle piante che non li hanno e quindi programmare le piante allagate per entrare prima in modalità sopravvivenza. Questo ci consentirà di realizzare colture a prova di futuro che sono più in grado di resistere alle inondazioni”.
Approfondimenti
- Ethylene-mediated nitric oxide depletion pre-adapts plants to hypoxia stress | Nature Communications (IA) (DOI: 10.1038/s41467-019-12045-4 )