Scienziati scoprono come virus Ebola disabilita cellule immunitarie del corpo

Virus Ebola (credito: Biblioteca pubblica della scienza , CC BY-SA 2.5, cropped, via Wikimedia Commons)

Un nuovo studio, pubblicato su PLOS Pathogens, spiega come il virus dell’Ebola può insinuarsi nel corpo e apportare i danni devastanti che caratterizzano questa infezione.
Nello studio i ricercatori descrivono come il virus disabilita le cellule T, le cellule primarie del sistema immunitario.

L’Ebola una delle malattie infettive più devastanti per quanto riguarda i tassi di mortalità. La forza che la caratterizza è insita nel virus stesso che è capace di disarmare in maniera molto rapida il sistema immunitario bloccando qualsiasi risposta da parte del corpo per contrastare l’azione del virus.
Come spiega Alex Bukreyev, un virologo dell’University of Texas Medical Branch di Galveston, nonché uno degli autori dello studio, quelle persone che riescono a sopravvivere all’infezione da Ebola sono quelle che riescono a mantenere livelli stabili di cellule T durante l’infezione.

Quasi tutti quelli che non riescono a mantenere stabili questi livelli o che comunque a non essere caratterizzati da forti diminuzioni dei livelli di cellule T di solito muoiono.
I ricercatori hanno scoperto che il virus dell’Ebola, una volta entrato nelle cellule T, stressa quest’ultime fino al punto da provocarne la distruzione.

Il virus dell’Ebola contribuisce alla cosiddetta linfopenia, una condizione che si verifica quando il numero delle cellule T nel flusso sanguigno è inferiore al normale. Il livello di gravità di linfopenia è parallelo a quello della malattia dell’Ebola.
“Con queste nuove informazioni, stiamo pianificando di studiare il ruolo di questi processi nella morte dei globuli bianchi, nell’immunosoppressione e nello sviluppo della malattia indotti dall’ebola in generale”, spiega lo stesso Bukreyev.

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