Scienziati sequenziano genoma di lenticchia d’acqua e scoprono geni che le proteggono dai parassiti

Spirodela polyrhiza (credito: Christian Fischer , CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons)

Studiare come le piante acquatiche affrontano l’inquinamento potrebbe rivelarsi utile per capire come trattare in maniera più efficiente le acque reflue o anche per produrre biocarburanti nonché per altre applicazioni di livello biotecnologico. È questo il proposito di un gruppo di ricercatori del Waksman Institute of Microbiology alla Rutgers University- New Brunswick.

I ricercatori hanno sequenziato il DNA della Spirodela , una delle 37 specie di lenticchie d’acqua, piccole piante acquatiche che vivono sulla superficie delle acque e che crescono in maniera molto rapida se si trovano nelle condizioni giuste.

I ricercatori hanno identificato i geni di queste piante acquatiche che le proteggono da una vasta gamma di parassiti, sia funghi che batteri.
Questo studio potrebbe rivelarsi utile per rendere ancora più efficiente la coltivazione delle lenticchie d’acqua.

Queste ultime potrebbero essere infatti utilizzate nei bioreattori che riciclano rifiuti che possono essere d’aiuto nel produrre farmaci e antibiotici nonché per trattare le acque reflue agricole e industriali.
Possono inoltre essere utilizzate anche per produrre biocarburanti tra cui l’etanolo.

E questo senza contare che questa piccola pianticella può rappresentare anche un alimento molto utile perché ricco di proteine e minerali, non solo per le persone ma anche per gli animali da allevamento.

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