
Un dispositivo di lettura basato sulla fotonica che può rilevare proteine in concentrazioni molto basse potrebbe essere utilizzato per rilevare il virus SARS-CoV-2. È quanto lascia intendere un gruppo di scienziati dell’Università di Malaga guidato da Robert Halir, ricercatore del Dipartimento di Ingegneria delle Comunicazioni dell’ETSI de Telecomunicación.
Attualmente i ricercatori hanno già costruito uno prototipo basato su chip fotonici e su un particolare dispositivo di lettura che puó rilevare la presenza di proteine anche in concentrazioni molto basse, proteine che possono essere biomarcatrici di processi infiammatori e di anticorpi. Secondo il comunicato stampa dell’istituto spagnolo, la sensibilità del dispositivo è molto alta tanto che può rilevare variazioni dell’indice di rifrazione fino alla centomilionesima parte.
I ricercatori stanno comunque continuando migliorare il dispositivo e la sua sensibilità ottica e stanno sviluppando dei protocolli chimici in modo che possa rilevare solo il virus SARS-CoV-2 nei campioni analizzati.
Se i risultati saranno soddisfacenti si potrebbe creare un apparecchio compatto che potrebbe essere utilizzato anche nei centri di assistenza, come spiega lo stesso Halir. Rispetto ai test sierologici, il vantaggio risiederebbe nel poter rilevare concezioni più basse di anticorpi e quindi rilevare con più precisione quali anticorpi sono presenti nel campione analizzato.
Inoltre rispetto ad altre tipologie di test, come quelli PCR, l’utilizzo di un dispositivo del genere ridurrebbe di molto i costi in termini economici e in termini di attesa dei risultati.
“Se avremo successo, crediamo che un prototipo commerciale potrebbe essere realizzato nel prossimo futuro”, spiegano i ricercatori.