Scioglimento dei ghiacci sottomarini più veloce di quanto previsto secondo studio

Grazie ad un nuovo metodo di lavoro sviluppato da ricercatori Rutgers University e dell’Università dell’Oregon, gli scienziati sono riusciti a calcolare in maniera precisa lo scioglimento dei ghiacci sottomarini. I risultati mostrano che questo scioglimento si sta verificando più velocemente di quanto calcolato in precedenza.

Nel lavoro, pubblicato su Science, sono stati presi in particolare in considerazione i cosiddetti ghiacciai di marea, ovvero ghiacciai che dalla valle scorrono fino all’oceano facendo nascere, tra l’altro, numerosi e piccoli iceberg.
Questi ghiacciai si stanno ritirando stanno contribuendo all’innalzamento del livello del mare a livello globale, secondo Rebecca Jackson, oceanografa della Rutgers secondo la quale il fattore scatenante è dato dalla fusione dei ghiacci marini.

Si tratta di uno dei primi studi che misura direttamente il tasso di fusione subacqueo dei ghiacciai in tutto il mondo, qualcosa che era stato precedentemente calcolato solo tramite modellazioni teoriche o tramite misurazioni non dirette.
I risultati di questo studio, tra l’altro, mostrano quanto oceano e ghiacciai siano fortemente collegati, molto di più di quanto pensato in precedenza.
Per questo studio hanno analizzato il ghiacciaio LeConte, un ghiacciaio di marea presente in Alaska, dal 2016 al 2018.

“Abbiamo scoperto che i tassi di fusione sono significativamente più alti del previsto in tutta la superficie sottomarina del ghiacciaio – in alcuni punti 100 volte più alti di quanto la teoria possa prevedere”, riferisce la Jackson. “Scopriamo anche, come previsto, ma mai dimostrato, che i tassi di fusione sono più alti in estate che in primavera, e che le variazioni nei tassi di fusione attraverso il capolinea causano sovratensione e sottoquotazione”.

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