Scoperta fuoriuscita di metano nel mare antartico, scienziati preoccupati

I ricercatori hanno scoperto una fuoriuscita di metano nel Mare di Ross, Nell'antartico (credito: Oregon State University)

Uno studio apparso su Proceedings of the Royal Society B conferma quella che è considerata come la prima individuazione di una perdita attiva di gas metano sotto le piattaforme gelate dell’antartico. Si tratta di una notizia che ha preoccupato non poco gli scienziati in quanto il gas metano è notoriamente un potente gas serra, 25 volte più potente della stessa anidride carbonica di cui molto si parla.

In precedenza erano state rilevate perdite di metano dagli abissi del mare ma è la prima volta che ne viene scoperta una, così superficiale, tra l’altro, visto che non si trova molto in profondità, in un ambiente così sensibile come quello dell’antartico. Di solito queste perdite sottomarine, quando contenute, vengono in parte contrastate dai microbi che si nutrono del gas e fanno sì che non fuoriesca tutto andandosi poi a depositare l’atmosfera.
Tuttavia l’apporto dei microbi nella perdita analizzata degli scienziati nell’Antartide era molto ridotto come descrivono gli stessi scienziati dello studio.

I ricercatori hanno constatato, infatti, che i microbi non riescono a consumare del tutto il gas e che buona parte di esso fuoriesce andandosi a depositare l’atmosfera.
Si tratta di un fenomeno che potrebbe essere più diffuso di quanto creduto dagli stessi scienziati e che potrebbe avere un ruolo più importante per quanto riguarda il riscaldamento globale in corso dovuto all’effetto serra.

Il ritardo con il quale i microbi consumano il metano che fuoriesce dagli abissi marini non è per nulla una buona notizia, come spiega al Guardian Andrew Thurber, l’autore principale dello studio Nonché ricercatore del College of Earth, Ocean, and Atmospher Sciences dell’Università Statale dell’Oregon.
La fuga è stata scoperta nel Mare di Ross, nei pressi del Ross Ice Shelf, la più grande piattaforma di ghiaccio situata al polo sud, una piattaforma ghiacciata con uno spessore di diverse centinaia di metri. Inoltre la perdita non si trova molto in profondità e ciò è ancora più preoccupante in quanto suggerisce che le quantità di metano emesse nell’atmosfera nel corso degli anni da questo sfiato sono molto alte.

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