
La pianta più grande della Terra, almeno tra quelle individuate, è un’unica fioritura di alghe della specie Posidonia australis che si estende per 180 chilometri e che ha più di 4500 anni secondo quanto riferisce un nuovo comunicato della Flinders University.
La scoperta è stata effettuata da un team di ricercatori della suddetta università e di quella dell’Australia Occidentale in un’area di Shark Bay, una baia tra l’altro riconosciuta come patrimonio dell’umanità.
Si trova in un tratto con acque poco profonde
La “ragnatela” costituita praticamente da una sola pianta si trova in un tratto con acque poco profonde e viene descritta in un nuovo studio apparso su Proceedings of the Royal Society B.[1]
Le analisi genetiche
Elizabeth Sinclair, ricercatrice della School of Biological Sciences dell’UWA impegnata negli studi, spiega che lei e i suoi collaboratori hanno effettuato un’analisi nelle distese di fanerogame utilizzando anche strumenti genetici. I ricercatori hanno infatti campionato i germogli delle alghe di Shark Bay creando una sorta di “impronta digitale” e usando più di 18.000 marcatori genetici.
Alla fine hanno scoperto che si trattava di una sola pianta che si è espansa, nel corso degli anni, per più di 180 chilometri lungo tutta la baia, un dato che rende questo esemplare la pianta più grande della Terra.
Un enigma ecologico
I quasi 200 km quadrati coperti da questa pianta sembrano infatti essersi espansi partendo da un’unica piantina che ha colonizzato il luogo, qualcosa che per certi versi, come spiega Martin Breed, ecologo della Flinders che ha partecipato allo studio, rappresenta un po’ un enigma.
Secondo i ricercatori la pianta potrebbe essere sterile e ciò rende ancora più enigmatica la modalità di sopravvivenza che ha adottato per prosperare nel corso dei millenni in maniera così rigogliosa: “Le piante che non hanno sesso tendono anche ad avere una diversità genetica ridotta, di cui normalmente hanno bisogno quando si tratta di con il cambiamento ambientale”, spiega il ricercatore.
Pianta è sopravvissuta a condizioni molto stressanti
A rendere più difficile la sopravvivenza di questa pianta, infatti, ci sono stati vari cambiamenti ambientali e climatici che hanno caratterizzato quest’area nel corso degli ultimi secoli. Ancora oggi l’area in cui pianta si estende sperimenta vaste escursioni termiche con temperature che possono andare dai 17 ai 30° centigradi. E senza parlare del livello di salinità dell’acqua che è più alto del normale. Inoltre ci sono condizioni di luce particolari in quest’area con questo tipo di alghe che passa da livelli di oscurità a condizioni di luce molto alte. Si tratta di condizioni che per una pianta sono stressanti ma non sembra essere questo il caso della Posidonia australis analizzata dai ricercatori.
Numero dei cromosomi
Evidentemente i geni si sono adattati benissimo a questo ambiente, estremamente variabile, e ciò è suggerito anche dal numero dei cromosomi che sembra essere almeno il doppio rispetto a quello dei suoi parenti oceanici. Secondo i ricercatori si tratta di una pianta poliploide, ossia di una pianta che riesce a replicare l’intero genoma raddoppiando il numero di cromosomi. I ricercatori ora vogliono condurre nuove analisi per capire come questa pianta abbia prosperato per millenni in condizioni così difficili.