
Un team di ricercatori ha scoperto che i livelli di una piccola proteina presente nel sangue sono collegati ad un rischio più alto di fratture dell’anca negli uomini.[1] Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Bone and Mineral Research.[2]
I dati
I ricercatori hanno lavorato sui dati di 55 uomini e di 119 donne, tutti i soggetti che avevano sofferto di una frattura all’anca. Quest’ultima era avvenuta, in media, 6,3 anni dopo il prelievo del sangue i cui dati sono stati poi analizzati dai ricercatori. Queste persone sono state confrontate poi con altre che non avevano mai subito la frattura dell’anca.
Scoperte
I ricercatori scoprivano che i livelli nel sangue di una determinata chemochina (un tipo di proteina di segnalazione a basso peso molecolare che fa parte del più ampio gruppo delle citochine), denominata CXCL9 e presente nel sangue, potevano essere collegati con le successive fratture dell’anca negli uomini ma non nelle donne.
Differenza tra uomini e donne “inaspettata”
Si è trattata di una differenza, quella tra uomini e donne, “inaspettata”, come spiega Woon-Puay Koh, ricercatrice dell’Università Nazionale di Singapore (NUS) e autrice corrispondente dello studio. Probabilmente questa differenza si spiega con le alterazioni dei livelli degli ormoni sessuali nel corso dell’invecchiamento. Questi cambiamenti potrebbero in qualche modo modificare i livelli di CXCL9 in maniera diversa negli uomini rispetto alle donne.
Prevenire le fratture dell’anca negli uomini?
Si tratta in ogni caso di risultati molto interessanti perché aprono ad una “eccitante possibilità”, come la chiama Christoph Winkler, altro ricercatore del NUS che ha partecipato allo studio, in relazione a possibili interventi precoci per contrastare, ancor prima che avvengano, le fratture dell’anca negli uomini con una certa età.