Un gruppo di ricercatori dell’Università di Berna ha scoperto particolari cellule responsabili della rigenerazione del muscolo cardiaco di pesce zebra. Questi animali, infatti, possono rigenerare in maniera estremamente flessibile il loro cuore a seguito di un infortunio diversamente dalla maggior parte dei mammiferi, compresi gli umani, per i quali i muscoli cardiaci guariscono in maniera limitata a seguito di un trauma.
Negli esseri umani, per esempio, quando c’è un danno al cuore muoiono milioni di cellule muscolari denominate cardiomiociti e vengono sostituite da una cicatrice.
In alcuni pesci, soprattutto nel pesce zebra, avviene invece una rigenerazione in una modalità che interessa moltissimo gli scienziati in quanto forse potrebbe essere possibile instaurare lo stesso processo anche negli esseri umani futuro.
Tra l’altro i pesci zebra sono animali già conosciuti nella ricerca medica ed utilizzati in una miriade di studi ed esperimenti perché condividono con l’uomo molti dei propri geni.
A seguito di un trauma cardiaco, i cardiomiociti del pesce zebra non muoiono ma si dividono e generano un nuovo muscolo cardiaco. Tuttavia ricercatori dell’istituto svizzero hanno notato che non tutti i cardiomiociti di questo pesce contribuiscono alla rigenerazione del muscolo; una parte di essi sembra avere una capacità di rigenerazione potenziata.
Come spiegato nello studio apparso su Cell Reports, queste speciali cellule differiscono a livello di espressione genica dagli altri cardiomiociti. Ciò indica che fanno parte di un altro sottoinsieme diverse di cellule. Eliminando questo sottoinsieme di cellule, la stessa rigenerazione del cuore veniva nei pesci fortemente compromessa e ciò indicava il loro ruolo primario nel processo di rigenerazione del cuore.
Ora i ricercatori vogliono capire se la scoperta relativa allo speciale ruolo di queste “super cellule” in termini di rigenerazione del tessuto del cuore possa essere di utilità per quei mammiferi in cui il cuore non si rigenera invece molto efficientemente, come negli umani.