
I ricercatori della Texas A & M University dichiarano di aver scoperto un nuovo gruppo di materiali “intelligenti” che potrebbero migliorare in maniera significativa l’efficienza riguardante il consumo di carburante nei motori a reazione. Si tratta dei motori che vengono di solito utilizzati sugli aerei di linea i quali a loro volta rappresentano tra i mezzi di trasporto utilizzati dall’uomo più inquinanti in assoluto e anche tra i più costosi proprio per quanto riguarda l’uso di carburante.
Secondo Ibrahim Karaman, scienziato dei materiali e autore della ricerca pubblicata su Scripta Materialia, lo studio ha appena scalfito la superficie di qualcosa di nuovo che potrebbe aprire orizzonti del tutto inediti e che potrebbe portare anche a nuove tecnologie.
I ricercatori si sono impegnati in particolare a portare migliorie alle HTSMA (economical high-temperature shape memory alloys), leghe a memoria di forma ad alta temperatura economiche, particolari leghe metalliche a memoria di forma che però possono funzionare con temperature fino a 400 °C. È possibile alzare questo limite utilizzando materiali come oro e platino, due materiali comunque molto costosi, troppo per l’utilizzo che se ne dovrebbe fare.
Karaman e i suoi colleghi hanno allora deciso di aumentare questo limite relativo alla temperatura applicando i principi delle leghe ad alta entropia, un’altra nuova classe di materiali composti da quattro o più elementi. A tal proposito i ricercatori hanno creato materiali composti da nichel, titanio, afnio, zirconio e palladio, dunque senza utilizzare materiali costosi come l’oro e il platino, ed hanno scoperto che questa nuova lega poteva funzionare bene a temperature superiori a 500 °C. Il punto è ora scoprire il motivo: che cosa accade a livello atomico in queste leghe e a queste temperature? Domanda a cui i ricercatori sperano di rispondere presto.
Fonti e approfondimenti
- New smart materials could open new research field | Texas A&M University Engineering (IA)
- Ultra-high temperature multi-component shape memory alloys – ScienceDirect (DOI: 10.1016/j.scriptamat.2018.08.019) (IA)