
Grazie all’interessante scoperta di antiche tracce fossili, i ricercatori di un gruppo internazionale credono di aver trovato la prima prova di motilità di esseri viventi, ossia dei primi organismi multicellulari capaci di spostarsi, intenzionalmente e per soddisfare un proprio bisogno, da un punto all’altro.
Si tratta di una scoperta interessante in quanto queste tracce fossili vantano un’età di 2,1 miliardi di anni, un periodo ben anteriore alla precedente traccia fossile più antica che indicava l’esistenza di esseri viventi che riuscivano a muoversi e che risaliva solo a 570 milioni di anni fa.
Queste nuove tracce fossili, scoperte in un giacimento nel Gabon (un luogo tra l’altro dove sono già stati scoperti alcuni tra gli organismi pluricellulari più antichi ma ritrovati), permettono inoltre ai ricercatori di dimostrare che in quel punto nel tempo vi è stato un picco per quanto riguarda la biodiversità grazie, probabilmente, ad un processo di diossigenazione dell’atmosfera.
Nello specifico, i ricercatori hanno scoperto tracce di organismi multicellulari che erano capaci di muoversi in un primitivo ecosistema marino attraverso il fango, un ambiente di per sé ricco di materia organica.
Le tracce ritrovate hanno forma tubolare con un diametro di pochi millimetri e indicano che questi esseri multicellulari, simili alle amebe coloniali, probabilmente erano soliti muoversi in direzione degli trati fangosi per cercare elementi nutritivi e diossigeno, elementi entrambi prodotti dai cianobatteri.
Dato che la differenza rispetto alla stima precedente riguardo ai primi esseri capaci di spostarsi è abbastanza alta (2,1 miliardi di anni contro i 570 milioni di anni stimati in precedenza), i ricercatori ora si chiedono se queste tracce possano riferirsi ad un evento unico, una sorta di esperimento interrotto dell’evoluzione, che poi sarebbe stato ripreso solo centinaia di milioni di anni dopo.
