Scoperto buco nero “dormiente” poco fuori dalla nostra galassia

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Un buco nero è stato scoperto nella Grande Nube di Magellano, una galassia satellite della via Lattea. Si tratta di una scoperta straordinaria in quanto i ricercatori hanno individuato “un ago in un pagliaio”, come spiega Tomer Shenar, un ricercatore dell’Università di Amsterdam, uno dei ricercatori principali che hanno realizzato il nuovo studio pubblicato su Nature Astronomy.[1]

Sei anni di osservazioni effettuate con il Very Large Telescope

Dopo sei anni di osservazioni effettuate con il Very Large Telescope (VLT) dell’European Southern Observatory (ESO), i ricercatori hanno individuato quello che può essere considerato come il primo buco nero di massa stellare “dormiente”, almeno tra quelli inequivocabilmente riconosciuti come buchi neri, al di fuori della nostra galassia.

Buchi neri di massa stellare

I buchi neri di massa stellare, infatti, sono molto difficili da individuare in quanto sono molto più piccoli di quelli supermassicci che, tra l’altro, hanno una quantità di materiale vorticoso intorno (proprio perché si trovano sempre al centro delle galassie) che permette una individuazione più facile.
Lo stesso Pablo Marchant, ricercatore della KU Leuven, ritiene sia letteralmente incredibile che non si conosca nessuno buco nero dormiente anche perché si crede che siano abbastanza comuni. Si crede che nelle sole galassie del Gruppo Locale ce ne siano miliardi. Qualcuno è stato individuato, soprattutto tramite analisi ai raggi X, a causa del fatto che attirano e inglobano materiale da una stella compagna.
I buchi neri dormienti, invece, sono buchi neri di massa stellare che possono avere una stella compagna ma non acquisiscono materiale da essa.

Individuato un buco nero che ha una massa di nove volte quella del Sole

In questo caso i ricercatori hanno individuato un buco nero che ha una massa di nove volte quella del Sole e che orbita intorno ad una stella blu la quale invece ha una massa di 25 volte quella del Sole.
Denominato VFTS 243, il buco nero scoperto da ricercatori rappresenta l’apice di una ricerca durata diversi anni, come spiega una delle autrici dello studio, Julia Bodensteiner. I ricercatori in particolare si stanno interessando ai sistemi binari in cui è presente un buco nero e per farlo hanno scandagliato più di 1000 stelle massicce in un’area della Grande Nube di Magellano denominata Nebulosa Tarantola.

La conferma dei buchi neri

Capire se il compagno di una stella è un buco nero è molto difficile: le alternative possibili sono davvero tante. Molto spesso oggetti come quello analizzato in questo studio vengono candidati come buchi neri ma poi non vengono confermati. Lo stesso Kareem El-Badry, uno dei ricercatori che ha partecipato allo studio, è soprannominato il “debunker dei buchi neri”, nel senso che nel corso della sua carriera si è specializzato nel controllare se gli oggetti proposti come buchi neri siano realmente tali.

Collasso diretto senza esplosioni

E in questo caso, cosa molto rara, El-Badry, non è riuscito a trovare altre spiegazioni plausibili con i dati che il team di ricercatori gli ha dato, una conferma del fatto che si tratta di un buco nero. Shenar spiega che il buco nero si è formato dal collasso di una stella, forse da un “collasso diretto”. Nel corso degli ultimi anni, infatti, i ricercatori hanno ottenuto diverse prove di uno scenario di cui sanno in realtà ancora poco, quello del collasso completo di una stella, che poi diventa un buco nero, senza praticamente esplosioni.

Note e approfondimenti

  1. Un buco nero silenzioso ai raggi X nato con un calcio trascurabile in un enorme binario all’interno della Grande Nube di Magellano | Astronomia della natura (DOI: 10.1038/s41550-022-01730-y)
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