Scoperto il secondo asteroide troiano della Terra, forse importante risorsa per il futuro

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Alla fine gli astronomi ci sono riusciti: hanno analizzato i dati relativi ad un frammento spaziale, largo più di 1 km e soprannominato XL5 2020, scoprendo così il secondo asteroide troiano della Terra. I ricercatori dell’Università di Alicante e dell’Università di Barcellona (ICCUB) hanno pubblicato i risultati della ricerca su Nature Communications.[1]

Asteroidi troiani

La categoria degli asteroidi troiani è una delle più interessanti. Si tratta di corpi spaziali, tipicamente asteroidi, che rimangono in una particolare orbita stabile rispetto ad un corpo più grande, tipicamente un pianeta. Questi asteroidi di solito vanno a posizionarsi nei punti di Lagrange L4 e L5 e quasi sempre condividono l’orbita con pianeti oppure con le lune più grandi.

2020 XL5 è il secondo asteroide troiano

Le analisi hanno confermato che 2020 XL5 è il secondo asteroide troiano che condivide l’orbita con la Terra mai individuato fino ad oggi. Tra le informazioni che hanno acquisito c’è quella relativa alla permanenza: l’asteroide rimarrà in questa posizione, nel suo punto lagrangiano, per circa 4000 anni. Si tratta, dunque, di un oggetto classificabile anche come transitorio.
Il primo asteroide troiano terrestre è stato scoperto solo nel 2011 ed è denominato 2010 TK 7. Quest’ultimo è più piccolo di 2020 XL 5 in quanto ha una dimensione di soli 0,3 km.

Tentativi per individuare asteroidi troiani terrestri fatti in passato

Gli asteroidi troiani sono per noti da molti anni in quanto esistono anche esempi di asteroidi troiani che condividono l’orbita con altri pianeti del sistema solare. Sono stati scoperti, per esempio, asteroidi troiani di Marte, Venere, Giove, Urano e Nettuno. Tutti i tentativi fatti in precedenza per individuare nuovi asteroidi troiani terrestri, oltre al primo individuato nel 2011, non hanno dato i risultati sperati.
C’è stata anche una missione, quella della navicella OSIRIS-Rex della NASA, che ha analizzato il punto di Lagrange L4, e anche quella della navicella Hayabusa 2 missione dell’agenzia spaziale giapponese che è invece andata ad esplorare il punto L5, come spiega Toni Santana-Ros, l’autore principale dello studio.

Scoprirle non è facile

Il problema è che questi oggetti spesso vengono individuati nel nostro cielo quando si trovano vicino al Sole, in un’area molto bassa dove la condizione di visibilità non è delle migliori. I ricercatori hanno effettuato prima una ricerca per capire i migliori telescopi al mondo nell’osservazione con tali condizioni. Alla fine hanno ottenuto i dati del telescopio Lowel Discovery da 4,3 metri, situato in Arizona e del telescopio SOAR, situato in Cile.
Rovistando tra i dati, hanno scoperto che effettivamente esisteva un secondo asteroide troiano.

Asteroidi troiani: risorse minerarie del futuro?

Gli asteroidi troiani sono molto interessanti perché possono offrire informazioni importanti riguardo alle prime fasi della formazione del sistema solare. Sono anche obiettivi interessanti per quanto riguarda le esplorazioni dirette con navicelle o sonde in quanto relativamente facili da raggiungere visto che condividono la stessa orbita della Terra. Anzi, in tal senso, come lascia intendere Santana-Ros, possono essere visti, in una visione più a lungo termine, anche come un’importante fonte di risorse, in particolare minerarie.

Note e approfondimenti

  1. Orbital stability analysis and photometric characterization of the second Earth Trojan asteroid 2020 XL5 | Nature Communications (DOI: 10.1038/s41467-022-27988-4)
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