Anche gli invertebrati come i coralli, le spugne e le ostriche contano su di un microbioma molto attivo. Ed è stato proprio il microbioma di alcuni di questi esseri marini l’oggetto di studio di una nuova ricerca condotta da scienziati dell’Università del Rhode Island.
Ying Zhang, un professore associato di biologia cellulare e molecolare e uno degli autori principale dello studio, ammette che la scienza conosce ancora molto poco oggi riguardo ai gruppi di microbi che vivono nei molluschi bivalvi. Non si sa, per esempio, neanche se questi microbiomi in generale aiutino l’animale oppure lo danneggino in qualche modo.
Zhang, insieme al dottorando Zachary Pimentel, ha dunque eseguito varie analisi del DNA di alcuni microbi ritrovati all’interno o sulla parte esterna, ossia sul guscio esterno, di una specie di ostrica denominata Crassostrea virginica, detta anche ostrica orientale ho ostrica americana. I batteri vivono dentro il guscio, tra le branchie e quasi in ogni anfratto della struttura anatomica di questi animali. Hanno quindi ricostruito il genoma di quei gruppi più abbondanti. In particolare hanno identificato un batterio della classe Mollicutes che sembra trarre l’energia di cui ha bisogno consumando la chitina, un componente importante dell’anatomia di questi invertebrati.
I ricercatori scoprivano che questo batterio risultava più abbondante nella zona intestinale dei bivalvi analizzati e ciò sembrava essere un indicatore di un essere sano. Tuttavia quando lo trovavano in altri tessuti differenti, questo batterio diventava indicatore di infezioni.
“Quando sono abbondanti nell’intestino di ostriche sane, ciò potrebbe indicare che le ostriche sono felici di averli”, spiega Zhang. “Ma quando il microbo diventa abbondante in altri tessuti, questo potrebbe essere un segno che l’ostrica non sta bene, forse perché il sistema immunitario è impazzito”.[1]
Inoltre questo microbo sembra consumare anche arginina, un amminoacido che è presente in tantissimi organismi e che serve per la produzione di proteine. Questa sostanza è importante perché grazie ad essa i bivalvi possono innescare le risposte immunitarie contro le infezioni. Questi microbi risultano dunque importanti per la stessa immunità dei bivalvi.
Inoltre questi microbi sembrano essere molto rari nella fase larvale dei bivalvi e molto abbondanti nella fase adulta. Questo vuol dire, come spiega lo stesso Zhang, che questi microbi importantissimi vengono acquisiti durante la crescita. Ora non resta che scoprire come quando questi batteri vengono acquisiti dai bivalvi, un’informazione che potrebbe risultare importante per preservare la popolazione di diverse specie che attualmente sono in pericolo.