
In uno studio pubblicato su Neuron, un gruppo di scienziati mostra l’esistenza di un particolare meccanismo cerebrale che scatena l’impulso a mangiare. Questo è ciò che hanno scoperto negli esperimenti sui topi dove questi circuiti cerebrali svolgono anche un ruolo nella regolazione della memoria e in generale sono alla base di un alimentazione bilanciata.
Estefania Azevedo, scienziata della Rockefeller University, insieme ai colleghi Paul Greengard, Vincent Astor e Jia Cheng, ha identificato un gruppo di cellule nell’ippocampo conosciute come neuroni hD2R. Queste ultime sembrano fortemente collegate con l’attività di alimentazione da parte dei topi. Se si stimolano questi neuroni, i topi tendono a mangiare di meno.
Questo significa che questi neuroni non solo spingono gli animali a mangiare ma possono essere responsabile anche in quei casi in cui è bene esercitare moderazione. Sostanzialmente, se un animale ha appena mangiato ed è sazio, non sarà spinto a mangiare ancora, anzi, continuare a cibarsi potrebbe finanche risultare pericoloso. In questi casi sono proprio quei neuroni a negare questa spinta.
Sembra che rendano il mangiare meno gratificante, come riferisce la Azevedo. Inoltre questi neuroni supportano anche funzioni legate alla memoria. Nello specifico creano una connessione mentale tra il luogo in cui un animale ha trovato del cibo e l’idea stessa di cibo, in modo che l’animale possa tornare in quel posto.
Uno studio del genere potrebbe servire per regolare i livelli di sazietà e di fame nonché per imparare a cambiare il proprio rapporto con il cibo anche per quanto riguarda gli esseri umani.