Un nuovo coronavirus che si sta diffondendo in una specie di roditore diffuso in Svezia è stato scoperto da un team di ricercatori guidato dal virologo Åke Lundkvist dell’Università di Uppsala. Il ricercatore ha infatti scoperto che in alcuni membri della specie Myodes glareolus, roditori conosciute anche come arvicole svedesi dal dorso rosso o arvicole dei boschi, si sta diffondendo un betacoronavirus che è presente nelle 3,4% dei campioni analizzati.
Il ricercatore, insieme ai colleghi, sta da diversi anni esaminando i membri di questa specie di piccolo roditore prelevandolo campioni da esemplari presenti in una regione che si trova ad ovest di Stoccolma, un’area denominata Grimsö. Proprio testando questi campioni il ricercatore ha scoperto un nuovo betacoronavirus, un tipo di virus che di solito si trova nei pipistrelli e nei roditori e che, a volte, può fare anche il “salto” negli esseri umani (ma non sembra essere questo il caso del nuovo virus). Il nuovo virus sembra appartenere al sottogenere Embecovirus.
Virus Grimsö
Il team, che per ora la denominato “virus Grimsö”, pensa sia abbastanza diffuso e comune tra le arvicole svedesi, come spiega lo stesso Lundkvist che è un professore di virologia e che è anche responsabile dello Zoonosis Science Center dell’Università di Uppsala.
I risultati di questa ricerca fanno comprendere quanto sia importante tenere sotto monitoraggio la fauna selvatica per limitare i focolai dei nuovi virus che possono diffondersi anche in breve tempo e quindi per evitare che possano fare il “salto” negli esseri umani. Bisogna anche considerare che le arvicole sono una delle specie di roditori più diffuse in Svezia e in Europa.
Sequenziamento dell’RNA per individuare il virus
Nel loro studio, pubblicato sulla rivista Viruses,[2] i ricercatori descrivono come hanno usato il sequenziamento dell’RNA per individuare il virus Grimsö e scoprire che fa parte della famiglia dei betacoronavirus, una famiglia che tra l’altro include anche i virus SARS-CoV, MERS e SARS-CoV-2.
I ricercatori non sanno se questo virus possa un giorno rappresentare davvero una minaccia anche per gli esseri umani e quindi per la salute pubblica ma sanno che ci sono tante buone ragioni per continuare a monitorare questo coronavirus, ed eventualmente anche altri, che sembra essere abbastanza diffuso tra i roditori selvatici.