
È il primo millepiedi che ha più di 1000 zampe quello descritto in un nuovo studio apparso su Scientific Reports. Come rivela il comunicato di Nature, infatti, prima di questa scoperta nessun millepiedi, tra quelli identificati, aveva più di 750 zampe.
L’animale è stato scoperto in un buco precedentemente creato per l’esplorazione mineraria nella provincia di Eastern Goldfields, Australia.
Lo studio è stato pubblicato su Scientific Reports.[1]
Caratteristiche fisiche
Il millepiedi è stato scoperto a 60 metri di profondità. La nuova specie è stata denominata Eumillipes persephone e i quattro esemplari analizzati mostravano 1306 zampe: il più grande numero di zampe in un animale mai scoperto prima.
Con corpi molto lunghi (e non potrebbe essere altrimenti con un numero di zampe simile) e filiformi, questi millepiedi sono larghi fino ad un massimo di 0,95 mm e sono lunghi fino ad un massimo di 95,7 mm.
Sono sprovvisti di occhi e le zampe sono molto corte. La testa ha una forma a “cono ” e sulla sommità ci sono due piccole antenne.
Imparentato con l’Illacme plenipes
Secondo i ricercatori è imparentato, anche se alla lontana, con quello che è il detentore precedente del record per quanto riguarda il numero delle zampe: l’Illacme plenipes, un millepiedi della California che possiede fino a 750 zampe. Tra queste due specie si sarebbe verificata, secondo i ricercatori, un’evoluzione “convergente” a causa di bisogni simili riguardanti la locomozione in habitat così profondi e angusti.
A cosa servono 1300 zampe?
Secondo i ricercatori l’enorme numero delle zampe dell’Eumillipes persephone è da spiegare con un approccio evolutivo che permette a questa stessa specie di avere più spinta e quindi una maggiore efficienza locomotoria, soprattutto negli spazi più angusti e stretti. D’altronde vivono molto in profondità nel terreno, in habitat dove lo spazio spesso manca.
Il nuovo millepiedi è stato scoperto nell’agosto del 2020 in una zona dell’Australia occidentale.
Note
- The first true millipede—1306 legs long | Scientific Reports (DOI: 10.1038/s41598-021-02447-0)