Un team di ricercatori dell’Università di Tsukuba sta approfondendo nuovi metodi per la stimolazione magnetica cerebrale onde migliorare il comportamento cognitivo umano. [1] I ricercatori hanno pubblicato un nuovo studio, apparso su Scientific Reports,[2] dove descrivono i metodi che hanno utilizzato per attuare una tecnica denominata stimolazione magnetica transcranica ripetitiva per modificare la modulazione dei ritmi cerebrali e quindi il comportamento cognitivo, in particolare durante la risoluzione dei problemi. L’obiettivo è quello di aiutare una persona, per esempio, a decidere quando smettere un dato comportamento e “arrendersi”.
Sincronizzazione dei ritmi celebrali
I ricercatori hanno fatto un’interessante scoperta: questa tecnica può rendere più precisa la sincronizzazione dei ritmi celebrali nel corso di questi compiti cognitivi. Si tratta di una tecnica che potrebbe essere usata proprio per aiutare le persone a migliorare determinate capacità cognitive.
Masahiro Kawasaki, l’autore principale dello studio, spiega che il ritmo theta prefrontale è conosciuto perché collegato al controllo cognitivo e alla risoluzione dei conflitti mentre i ritmi alfa sono collegabili alla generazione di idee nuove nel corso dei tentativi di risolvere problemi.[1]
Ritmo theta e ritmo alfa
Il ritmo theta è quello generato dalle onde omonime: un’oscillazione neurale cerebrale, che può essere avvertita e registrata tramite l’elettroencefalogramma, che ha un ruolo in varie funzioni cognitive e comportamentali, tra cui la memoria, l’apprendimento e la navigazione spaziale.[3]
Anche il ritmo alfa (o onde alfa) nasce da oscillazioni neurali, nella frequenza di 8-12 Hertz; si pensa sia collegato al coordinamento e alla comunicazione.[4]
Esperimenti con alcuni partecipanti
I ricercatori hanno fatto varie esperimenti con alcuni partecipanti che dovevano completare un compito oppure dovevano rinunciare: “Abbiamo scoperto che il ritmo theta nel lobo frontale del cervello era associato alla “rinuncia”, mentre il ritmo alfa era associato alla risoluzione dei problemi di successo”, spiega Kawasaki.
Secondo il ricercatore si tratta di risultati “entusiasmanti” anche per quanto riguarda il campo di contrasto alla depressione: i soggetti depressi, infatti, a volte possono avere difficoltà nel decidere quando rinunciare a qualcosa, una caratteristica che favorisce il potersi concentrare su qualcos’altro se un comportamento non porta ai risultati desiderati.[1]