Le larve di una nuova specie di scarabeo scoperto da un team di ricerca dell’Università di Pohang (POSTECH) riescono a scomporre la plastica. Quest’ultima rappresenta, ad oggi, uno dei principali problemi per quanto riguarda l’inquinamento ambientale dato che impiega in molti casi diversi decenni per decomporsi in modo naturale (in alcuni casi anche secoli), cosa che ne facilita l’accumulo, anche nelle acque.
Il gruppo di ricerca, capitanato dal professore Hyung Joon Cha e dal suo studente Seongwook Woo del Dipartimento di Ingegneria Chimica, ha scoperto che uno scarabeo, che hanno classificato nell’ordine dei coleotteri e che hanno denominato Plesiophthophthalmus davidis, riesce a decomporre il polistirolo, una delle materie plastiche più diffuse, spesso utilizzate per l’imballaggio.
Questo scarabeo scuro originario dell’Asia centrale riduce la massa del polistirolo grazie a dei batteri del genere Serratia contenuti nella sua flora intestinale.
Gli scienziati lo hanno capito quando, aumentando la quantità di polistirolo dato da mangiare alle larve, aumentava anche la percentuale di Serratia nell’intestino delle stesse larve, fino a che questo particolare batterio arrivava rappresentare fino al 33% della intera flora intestinale della larva.
“Se usiamo il ceppo batterico degradante della plastica isolato in questo studio e replichiamo la semplice composizione floreale dell’intestino di P. davidis, c’è la possibilità che potremmo biodegradare completamente il polistirolo, che è stato difficile da decomporre completamente, alla fine contribuire a risolvere il problema dei rifiuti di plastica che affrontiamo”, spiega Cha nel comunicato stampa di presentazione dello studio, a sua volta pubblicato su Applied and Environmental Microbiology.