
Un’interessante studio, prodotto da ricercatori dell’Università della California a Davis, mostra che le secrezioni anali prodotte dai gatti, i quali le usano per marcare il territorio e in generale per comunicare con gli altri esemplari della propria specie, sono prodotti da una comunità di batteri che vivono proprio nelle sacche anali del felino.
I gatti non sono l’unica specie ad utilizzare un metodo del genere per “marcare” il territorio. Animali come cani, orsi e iene, usano queste secrezioni odorose come un vero e proprio linguaggio chimico.
Ci sono poi le puzzole che usano questo sistema anche come un mezzo di difesa.
La scoperta è stata effettuata nel contesto del progetto KittyBiome creato al Genome Center dell’Università californiana dalla ricercatrice Holly Ganz.
I ricercatori hanno fatto la scoperta analizzando le secrezioni anali di un gatto del Bengala maschio (Prionailurus bengalensis).
Hanno scoperto una comunità di batteri che, all’analisi del DNA, non risultava neanche molto diversificata e che era rappresentata da un piccolo numero di generi. I batteri più presenti risultavano il Bacteroides fragilis, il Finegoldia magna e il Tessaracoccus.
Alcuni di essi sono stati prelevati e sono stati analizzati dal ricercatore Mei Yamaguchi in coltura. I ricercatori hanno rilevato 67 composti volatili rilasciati da questi batteri.